Torre Annunziata, videochiamate dal carcere: fermati tre esponenti del clan Gionta
CRONACA
31 ottobre 2025

Torre Annunziata, videochiamate dal carcere: fermati tre esponenti del clan Gionta

Metropolis

Smartphone e videochiamate al posto dei “pizzini”: la camorra si rinnova dietro le sbarre. È quanto emerge dall’ultima inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, che ha portato al fermo di tre giovani affiliati del clan Gionta, rispettivamente di 23, 26 e 27 anni, tutti figli o nipoti di esponenti storici dell’organizzazione. Questo, nonostante fossero rispettivamente in cella nel penitenziario di Siracusa, in carcere a Padova e a casa, a Torre Annunziata.

Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata hanno così documentato una rete di contatti tra detenuti e affiliati liberi, mantenuta grazie a cellulari introdotti illegalmente in carcere e all’uso disinvolto delle videochat. Un sistema che consente di impartire ordini, coordinare estorsioni e persino pianificare agguati, trasformando le celle in centrali operative della camorra 4.0. L’uso della tecnologia ha superato l’antica regola del silenzio, sostituendo i messaggi in codice con conversazioni dirette e continue, anche visive.

A far emergere il sistema è stato anche un collaboratore di giustizia, contattato in cella per entrare nel giro di droga gestito dal clan. Le indagini hanno documentato videochiamate in cui venivano organizzate nuove azioni violente da compiere al primo permesso premio. Un’inchiesta che conferma come la camorra, anche colpita duramente dai recenti blitz dell’Antimafia, continui a rigenerarsi attraverso le nuove generazioni, trasformando la comunicazione digitale nel nuovo codice d’onore del potere criminale.