Giulio Giaccio, sciolto nell’acido dalla camorra: la battaglia per il riconoscimento dell’aggravante mafiosa
Giulio Giaccio era un ragazzo di 26 anni che il 30 luglio del 2000 fu rapito, ucciso e sciolto nell’acido dalla camorra. Gli uomini che sequestrarono la vittima innocente si avvicinarono a lui travestiti da agenti di polizia e lo invitarono a seguirli in caserma, da quella sera di Giulio Giaccio non si seppe più nulla.
Fino a quando nel 2015 le indagini furono riaperte e fu scoperta la verità su quella sera, i collaboratori di giustizia raccontarono ai pubblici ministeri che l’omicidio di Giulio Giaccio fu un errore, l’uomo destinato a quella tragica sorte era un altro, un certo Salvatore, colpevole di aver corteggiato la sorella di uno dei boss del clan Polverino. Nonostante il palese coinvolgimento della camorra napoletana, l’aggravante mafiosa venne esclusa e rischia di rimanere tale anche nel processo d’appello che si terrà il 7 novembre.
Proprio per questo motivo le associazioni in difesa delle famiglie delle vittime innocenti di camorra stanno cercando di fare pressione sulle istituzioni, affinché anche Giulio possa essere riconosciuto dallo Stato come vittima innocente di mafia: «Chiediamo alle istituzioni competenti di non voltare lo sguardo dall’altra parte, di ristabilire la verità e fare giustizia. Se viene confermata l’esclusione dell’aggravante mafiosa nell’appello del 7 novembre, Giulio rischia di non essere riconosciuto dallo Stato come vittima innocente di mafia. Pur rispettando le sentenze, non faremo un passo indietro: Giulio Giaccio è vittima innocente di mafia, leggeremo il suo nome ad alta voce, scandendolo bene in piazza, nell’elenco che leggiamo ogni 21 marzo nella Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, e continueremo a stare vicini ai familiari di Giulio e ai suoi legali nella battaglia per la verità e la giustizia in tutte le sedi competenti» queste le parole dei rappresentanti di Libera. Come ribadiscono Libera, Fondazione Pol.I.S. e il Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, Giulio Giacco venne rapito e ucciso dal clan Polverino e per anni la verità sulla vicenda è stata tenuta nascosta portando anche i genitori della vittima, Giuseppe e Rosa, ad attendere invano un ritorno del figlio.
Essendo l’omicidio maturato in un contesto mafioso, al quale Giulio Giacco era completamente estraneo e tenendo conto anche delle modalità con le quali è stato commesso il reato le associazioni non intendono retrocedere fino a quando Giulio non riceverà giustizia in quanto vittima innocente di camorra.


