Undici anni dal primo atterraggio del lander europeo
Esattamente 11 anni fa, un lander realizzato dall’Agenzia Spaziale Europea ha toccato il suolo polveroso e accidentato di una cometa per la prima volta nella storia dell’umanità. La missione prendeva il nome “Rosetta” e il suo lander era stato battezzato con il nome di Philae. Sia per quanto riguarda il lander, la navicella progettata per atterrare e sostare sulla superficie, che per l’orbiter, un veicolo spaziale che orbita attorno a un corpo celeste per studiarlo da distanza, sono stati realizzati in collaborazione con l’Italia. Nello specifico, nell’orbiter hanno viaggiato: Virtis (Visual Infra Red and Thermal Imaging Spectrometer) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica; Giada (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) dell’Università “Parthenope” di Napoli; Wac di Osiris (Wide Angle Camera, dell’Università di Padova). A bordo del lander, poi, erano italiani il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni (SD2), realizzato da Galileo Avionica e dal Politecnico di Milano sotto la guida di Amalia Ercole Finzi, prima donna italiana laureata in ingegneria aeronautica, e il sottosistema dei pannelli solari sempre su progetto del Politecnico di Milano.


