Garante Campania, misure alternative per pene sotto i 4 anni
Il Garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, lancia un nuovo allarme sul sovraffollamento carcerario e chiede un’estensione delle misure alternative per chi deve scontare pene inferiori ai quattro anni. Secondo i dati da lui riportati, in Italia i detenuti sono 63.493 a fronte di circa 45mila posti disponibili; in Campania la situazione è ancora più critica, con 7.751 persone ristrette per appena 5.500 posti reali. A pesare è soprattutto l’eccesso di carcerazione preventiva: nel Paese ci sono 9.730 detenuti non definitivi, di cui 1.308 in Campania, mentre i detenuti con condanna definitiva sono 47.497 a livello nazionale e 5.676 nella regione.
Ciambriello ricorda inoltre gli effetti della legge 199 del 2010, che consente misure alternative per chi ha un residuo pena fino a 18 mesi: da gennaio sono usciti 38.040 detenuti, 3.476 dei quali in Campania. A livello nazionale circa 8mila persone devono scontare meno di un anno di pena «perché tenerli dentro?», domanda il Garante, auspicando un intervento deflattivo che non riguarderebbe reati ostativi. Secondo lui il governo dovrebbe avere il coraggio di ripetere le scelte compiute dagli esecutivi Berlusconi nel 2003 e nel 2010, soprattutto nell’anno del Giubileo della Misericordia.
Ciambriello interviene anche sul tema delle fragilità presenti negli istituti penitenziari. In Italia i detenuti tossicodipendenti sono 17mila, di cui 1.704 in Campania; le persone con sofferenza psichica sono 4.200, 400 solo nella regione. Mancano psichiatri, strutture adeguate e soprattutto alternative al carcere per chi non dovrebbe trovarsi in un istituto penitenziario. Scarseggiano anche le Rems, fondamentali per i casi più gravi.
Un’ulteriore criticità riguarda l’aumento dei giovani adulti reclusi: tra i 18 e i 24 anni sono 4.151 in Italia e 527 in Campania, con 200 solo a Poggioreale. Per loro, il Garante chiede sezioni dedicate, progetti trattamentali personalizzati, sostegno psicologico e percorsi di inclusione lavorativa e culturale. A livello nazionale, infine, mancano fino a 18mila agenti di polizia penitenziaria e quasi mille figure professionali tra educatori, psicologi e mediatori culturali, indispensabili per un sistema che rischia il collasso.

