Castellammare. Politica e clan: «Sindaco e partiti aprano un dibattito con la città»
CRONACA
19 novembre 2025

Castellammare. Politica e clan: «Sindaco e partiti aprano un dibattito con la città»

Metropolis

Ora la politica deve aprirsi alla città e dare vita a un dibattito pubblico sulla camorra e le infiltrazioni malavitose nel tessuto stabiese, coinvolgendo associazioni, intellettuali, partiti e liste civiche. E’ questa, in sintesi, la richiesta che arriva da Davide Bozza (operaio e saggista), Giuseppe De Rosa (attore), Vincenzo Di Maio (pensionato), Gaetano Imparato (giornalista), Mario Manna (dirigente d’azienda) e Sandro Turcio (sociologo Cnr), espressione di quella società civile che prova a dare una scossa all’amministrazione comunale e alla politica stabiese, dopo le ultime inchieste della Procura Antimafia. «Tocca alle istituzioni e alla politica ridare fiducia ai cittadini», si legge nella lunga lettera inviata anche al sindaco e alle forze politiche. Secondo i firmatari «la mancata apertura delle istituzioni alla società civile e ai lavoratori sarebbe un errore esiziale». «Il tema della legalità e trasparenza nella gestione della cosa pubblica è un nodo problematico per Castellammare: una spada di Damocle che ricade continuamente sulla testa dei cittadini», continua la lettera «un tema che va affrontato con grande forza e senza risparmio di energie e senza tralasciare o, peggio, escludere la dovuta sensibilità verso quei consiglieri che sono citati negli atti giudiziari affinché su di loro non si abbatta l’ignominia dello stigma legato ad un parentela, soprattutto se non soggetta neanche ad indagini giudiziarie». Dopo l’esclusione preventiva dalla maggioranza dei consiglieri Gennaro Oscurato e Nino Di Maio (non indagati), secondo i firmatari della lettera è necessario «avviare un dibattito pubblico per costruire un argine sociale e civico alle attività riconducibili alla camorra e che conduca a scelte politiche condivise con la città». Per questo motivo scrivono Bozza, De Rosa, Di Maio, Imparato, Manna e Turcio «proponiamo di dare vita a un percorso unitario, istituzionalmente forte, che coinvolga il consiglio comunale, partiti, liste civiche, associazioni, intellettuali e cittadini in un propositivo e proficuo dibattito: una sorta di Stati generali della città». Chi non vede altre strade oltre alle dimissioni del sindaco è però il consigliere regionale della Lega, Severino Nappi. «Dopo una campagna elettorale condotta esclusivamente sventolando i valori della legalità sono bastati pochi mesi per scoprire che l’attuale amministrazione comunale di Castellammare di Stabia, guidata dalle sinistre, è impregnata delle peggiori patologie affaristiche e criminali, con denunce e inchieste giudiziarie che si susseguono drammaticamente e senza sosta», dice Nappi che aggiunge «una patologia che non si può certo risolvere inventando alchimie politicanti. Scaricare qualcuno per provare a salvarsi è solo una dimostrazione di ipocrisia. Noi ci auguriamo che ora sindaco e consiglieri, dopo aver constatato lo sconcerto della cittadinanza e l’eco mediatica negativa cui stanno esponendo la città, riflettano e si decidano finalmente a dimettersi senza attendere l’inevitabile intervento del Ministero dell’Interno. Intanto credo sia doveroso, anche da parte nostra, sollecitare l’attenzione del prefetto». Intanto a Palazzo Farnese continuano i confronti all’interno della maggioranza, anche se qualsiasi decisione è stata rinviata a dopo le elezioni regionali. Il sindaco Luigi Vicinanza ha dato il benservito ai consiglieri comunali Gennaro Oscurato e Nino Di Maio (che ora potrebbe essere sfiduciato anche da presidente della Commissione Politiche Sociali) e congelato l’ipotesi dei cambi in giunta. Sul tavolo resta la proposta avanzata soprattutto dall’area Schlein del Pd, rappresentata sul territorio stabiese da Nicola Corrado, di azzerare la giunta e procedere alla nomina di un esecutivo tecnico.