Nuovo Codice degli Incentivi, preoccupazione di Confimi Campania
“Il Mezzogiorno rischia di essere estromesso. Il nuovo sistema accentuerà disuguaglianze già profonde. La riforma nasce con l’obiettivo dichiarato di semplificare, ma nella pratica rischia di produrre un ulteriore irrigidimento del sistema e un accentramento che potrebbe danneggiare irreversibilmente le PMI del Mezzogiorno. Abbiamo già visto cosa significa concentrare tutto in un unico centro decisionale, come nel caso della ZES Unica, che ha generato ritardi, paralisi amministrative e un danno evidente per le imprese meridionali”. Lo dice Luigi Carfora, Presidente di Confimi Industria Campania parlando del nuovo Codice degliIncentivi, una riforma che ridisegna integralmente il sistema degli aiuti alle imprese. Il provvedimento, proposto dalMinistero delle Imprese e del Made in Italy, entrerà in vigore il 1° gennaio 2026Secondo Carfora, l’impatto reale sulle aziende del Sud potrebbe essere molto più pesante di quanto emerga dalle comunicazioni ufficiali:”Le imprese del Mezzogiorno operano in un contesto fragile:infrastrutture insufficienti, servizi primari inadeguati,logistica debole, tempi amministrativi più lunghi, lunghissimi,in alcuni casi, biblici. Imporre criteri standardizzati uguali per tutto il Paese significa – aggiunge – ignorare queste condizioni e creare un sistema che premierà automaticamente chi parte avvantaggiato. E chi è avvantaggiato, purtroppo, non è ilSud”.”Il problema non è più soltanto il divario con il Nord Italia.Oggi il confronto reale si gioca con un’Europa dove alcune nazioni hanno costruito il proprio modello economico sul principio dell’alta finanza, favorendo fiscalmente e strategicamente le grandi multinazionali a scapito delle piccole e medie imprese, che rappresentano invece l’ossatura del sistema produttivo italiano”, aggiunge ritenendo che “la riforma rischia di amplificare queste disparità”.

