Coda-Gabrielloni, sfida tra bomber sotto la Lanterna
In vista della sfida di lunedì sera tra Juve Stabia e Sampdoria, sul prato del Marassi, l’attenzione si concentra su un affascinante duello tra due attaccanti: da una parte Alessandro Gabrielloni, nuovo numero 9 gialloblù e dall’altra Massimo Coda, il veterano doriano che ha scritto pagine storiche in Serie B. Due profili molto diversi, ma uniti dalla stessa fame di gol e dalla voglia di incidere. Gabrielloni è arrivato a Castellammare di Stabia in prestito secco dal Como fino al 30 giugno 2026. La Juve Stabia lo ha voluto con decisione: serviva un bomber di peso, un riferimento offensivo capace di dare identità e presenza al reparto avanzato rimasto orfano di Adorante. Classe 1994, Gabrielloni ha costruito la propria carriera passo dopo passo, dalla Jesina fino alla Serie B, diventando un centravanti affidabile, generoso e abituato a fare la guerra in area di rigore. Dopo 230 presenze e 65 reti con la maglia del Como, Gabrielloni ha scelto di cambiare aria, spinto dalla voglia di ricominciare. Uomo spogliatoio tra le fila del Como e sotto la guida di Cesc Fabregas, il centravanti ha trovato sempre meno spazio con i lariani. Sin dal suo arrivo tra le fila delle vespe ha scelto la maglia numero 9 come dichiarazione d’intenti: un ruolo da protagonista, una responsabilità che non lo spaventa. Carisma, capacità di interpretare le partite anche senza segnare, spirito da uomo spogliatoio: sono questi i tratti che in poche settimane lo hanno reso un punto fermo nel gruppo gialloblù, oltre che un riferimento per i più giovani. Un gol e due assist in 6 partite disputate con la maglia della Juve Stabia, poi un infortunio che lo ha frenato per più di 30 giorni. Il tecnico Abate punta al suo recupero per la sfida di lunedì sera contro la Sampdoria. E proprio dall’altra parte, però, c’è un uomo che in Serie B rappresenta un monumento: Massimo Coda. Con oltre cento gol nella categoria, l’attaccante di Cava de’ Tirreni è uno dei bomber più prolifici della storia del campionato cadetto italiano. Tecnico e cinico sotto porta, Coda incarna il centravanti esperto che conosce ogni trucco del mestiere, capace di decidere una partita anche con una sola occasione. La Sampdoria si affida a lui non solo per segnare, ma per guidare un gruppo ancora alla ricerca di continuità, con l’obiettivo di risalire la classifica. Il confronto tra Gabrielloni e Coda va oltre il semplice dato anagrafico: è la contrapposizione tra chi vuole affermarsi definitivamente e chi vuole confermare una carriera straordinaria. Gabrielloni rappresenta la fame e il lavoro quotidiano, l’energia di chi vuole conquistarsi tutto; Coda rappresenta l’esperienza, la gestione dei momenti, la capacità di incidere anche senza correre più come a vent’anni. Per la Juve Stabia sarà cruciale sostenere il proprio nove, valorizzarne i movimenti e permettergli di attaccare la profondità. Abate ne apprezza la generosità, la capacità di fare a sportellate, di tenere alta la squadra quando serve. La sua leadership si sta rivelando un asset importante in un gruppo giovane che vive una stagione resa particolare anche dall’amministrazione giudiziaria. La Sampdoria affiderà invece a Coda il compito di garantire peso offensivo e quella cattiveria agonistica che nelle partite serali di Serie B spesso fa la differenza. Una palla vagante in area, un movimento in anticipo, una conclusione sporca: Coda sa trasformare dettagli minimi in gol pesantissimi. Due modi diversi di interpretare il ruolo, due storie che si incrociano in un momento importante per entrambe le squadre. Per la Juve Stabia, la prova di maturità di un gruppo che sogna ma con i piedi per terra; per la Sampdoria, la necessità di aggrapparsi a un simbolo della categoria per ritrovare stabilità. In fondo, il calcio vive anche di queste sfide e lunedì sera il campo dirà chi avrà lasciato il segno.
Alfredo Izzo

