Pomodoro, allarme dei conservieri: competitività a rischio
CRONACA
1 dicembre 2025

Pomodoro, allarme dei conservieri: competitività a rischio

Carmen Caldarelli

L’allarme che è stato lanciato da ANICAV (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali) durante l’Assemblea Pubblica a Napoli, tenutasi nell’ambito della tredicesima edizione de “Il Filo Rosso del Pomodoro”, e mette in luce come la competitività del settore italiano della trasformazione del pomodoro è a rischio. Lo studio che ha portato alla luce ciò è stato condotto da The European House – Ambrosetti, proprio per conto di ANICAV.​

I numeri del settore mostrano luci e ombre, infatti, la campagna 2025 si è chiusa con circa 5,8 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato, in leggero aumento sul 2024, ma comunque inferiore di circa il 10% rispetto al programmato. L’Italia si conferma il secondo Paese trasformatore mondiale dopo gli Stati Uniti, rappresentando il 53,8% del trasformato europeo.​

Nonostante il 2024 avesse registrato segnali positivi nell’export, il primo semestre 2025 ha subito una battuta d’arresto significativa, con un calo del -3,6% in volume e del -10,7% in valore. Questo trend negativo è attribuito quasi certamente all’incertezza causata dalla vicenda dazi USA, che hanno innalzato l’imposizione dal 6-12% al 15% su tutti i derivati.​

Il Presidente di ANICAV, Marco Serafini, ha sottolineato come la qualità rimanga un punto fermo, ma che non si può abbassare la guardia di fronte alla concorrenza «il primato di assoluta qualità che i nostri prodotti “Made in Italy” hanno conquistato nel corso dei decenni resta saldo; tuttavia, è necessario soffermarsi con attenzione sui cambiamenti in corso, in particolare sull’ingresso di nuovi paesi produttori che, pur non potendo garantire lo stesso livello qualitativo, puntano sulla leva del prezzo e rischiano di sottrarci quote di mercato importanti.»

​Serafini ha rimarcato l’urgenza di agire per prevenire rischi futuri, specialmente per un comparto fortemente orientato all’export «per prevenire questi rischi sarà quindi indispensabile rendere più efficiente l’intera filiera, così da ridurre i costi senza intaccare la qualità.» Tra le problematiche sollevate, il Presidente ha citato la gestione delle risorse idriche, il divieto UE di alcuni agrofarmaci e fertilizzanti, e l’impatto del sistema ETS (Emission Trading System).​

Per quanto riguarda invece il mercato interno, i consumi nel canale retail sono rimasti in sostanziale stagnazione nel primo semestre 2025, con una lieve contrazione (-0,4% in volume). La passata resta il prodotto più venduto, coprendo il 63,4% del mercato dei derivati.​

Il Direttore Generale di ANICAV, Giovanni De Angelis, ha concentrato l’attenzione sulla necessità di ricostruire i rapporti interni alla filiera «uno dei temi centrali del dibattito è sicuramente quello della governance della filiera e della necessità di migliorare la relazione tra parte agricola e parte industriale. Serve quindi un dialogo più costruttivo, mettendo al centro del processo di rinnovamento l’interprofessione, che va però ripensata.»

​De Angelis ha ribadito che gli accordi quadro sono lo strumento imprescindibile per una corretta programmazione, l’unica via per contrastare il calo delle rese agricole e l’aumento dei costi. Ha concluso ricordando la posizione unica dell’industria italiana «il prezzo pagato in Italia dall’industria di trasformazione agli agricoltori per la materia prima è da sempre il più alto al mondo.»

​In sintesi, la sfida per il “Made in Italy” del pomodoro è duplice, fronteggiare l’aggressività dei competitor internazionali e ottimizzare l’efficienza interna per garantirne la competitività senza comprometterne l’assoluta qualità.