Golfo di Napoli: il corallo arancione resiste all’inquinamento
CRONACA
4 dicembre 2025

Golfo di Napoli: il corallo arancione resiste all’inquinamento

Serena Uvale

Nel Golfo di Napoli il corallo arancione endemico è riuscito a sopravvivere nonostante l’inquinamento industriale. Questa la nuova scoperta di un gruppo di ricercatori che è riuscito a raccogliere 88 colonie dell’Astroides calycularis, comunemente noto come corallo arancione, e trapiantarle nel sito di Interesse Nazionale di Bagnoli-Coroglio, la zona era una volta l’habitat naturale del corallo che fino al 1946 viveva lì indisturbato prima della fase industriale.

Il team di ricercatori è stato coordinato da Luigi Musco, professore di Zoologia all’Università del Salento e ha operato in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn e con l’Università Federico II di Napoli. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Marine Environmental Research, vede come prima autrice la giovane ricercatrice Francesca Necci del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali dell’Università del Salento. La ricerca inoltre è stata portata avanti grazie al National Biodiversity Future Center finanziato con i fondi del PNRR.

«Il successo del trapianto – commenta Necci – mostra il potenziale della specie come strumento di riqualificazione ecologica, offrendo un modello replicabile anche in altri siti mediterranei in difficoltà». Come spiega anche Luigi Musco il fatto che il corallo riesca a sopravvivere e a contribuire alla ricostruzione dell’habitat apre nuove prospettive per gli interventi di restauro in aree costiere che necessitano di ripristino ambientale.