Giovanni Buonocore sulle orme degli Abbagnale
SPORT
8 dicembre 2025

Giovanni Buonocore sulle orme degli Abbagnale

metropolisweb

Castellammare di Stabia si gode la nuova gemma rara sfornata dal Circolo Nautico Stabia. È infatti Giovanni Buonocore, giovane promessa del canottaggio, a mettere la firma in una prestazione destinata a rimanere negli annali. Il 16enne ha infatti chiuso la gara under 17 indoor a Terni di novembre con il tempo di 6’05’’90, stabilendo un nuovo record per la sua specialità e conquistando così il titolo italiano. Mattoni che per il giovane Buonocore pesano nella costruzione di un futuro sportivo importante. Come ti sei sentito quando hai visto il tuo nome al primo posto nella finale Under 17 di Terni? «Mi sono sentito molto soddisfatto e fiero di me stesso. È un traguardo che sognavo da tempo e il fatto di aver fatto anche il nuovo record italiano in 6:05.90 lo ha reso ancora più speciale. È stato un momento forte, uno di quelli che senti dentro per giorni». Poche settimane prima avevi vinto il titolo italiano sul singolo a Pisa, nei 6000 metri. In cosa è cambiata la preparazione per arrivare al top in due gare così diverse? «A Pisa ho fatto 23 minuti e 38 secondi sul canale dei Navicelli, vincendo il titolo contro 75 atleti. Io puntavo semplicemente a rientrare nei primi dieci, era un obiettivo realistico. Poi, con sacrificio e costanza, ho vinto. Dopo quella gara i miei allenatori hanno cambiato la preparazione: più impegnativa, più lunga, più mirata. È servito tantissimo per affrontare Terni nel modo giusto. Senza quel lavoro non avrei fatto quel tempo». Cosa ti ha portato a scegliere il canottaggio e a viverlo con questa intensità? «Ho scelto il canottaggio grazie a mio padre, che è stato un atleta. Mi ha trasmesso la passione e il rispetto per questo sport, fatto di fatica e disciplina. Io all’inizio remavo per curiosità, poi ho capito che mi faceva stare bene e che volevo provare a crescere davvero. Col tempo è diventato parte della mia vita». Il Circolo Nautico Stabia ha una storia enorme e ora sta vivendo una nuova fase. Quanto hanno contato allenatori e struttura nel tuo percorso? «Tantissimo. Sono grato ai miei allenatori, Catello Amarante e il mitico Giuseppe Abbagnale. Hanno dato una svolta al circolo e di conseguenza a noi atleti. Loro ci hanno imposto un metodo, una mentalità. Noi li abbiamo seguiti con costanza, anche quando il programma era durissimo. Il lavoro si è visto, e per me questi risultati sono anche merito loro». Com’è la tua giornata tipo? Come riesci a gestire scuola, vita privata e un livello di allenamento così alto? «Mi alleno molto e cerco di alternare il lavoro fisico con il riposo necessario. Per la scuola mi organizzo in anticipo: faccio i compiti prima, cerco di non accumulare nulla. Non è semplice, ma mi dà equilibrio. La vita privata c’è, anche se con tempi diversi rispetto ai miei coetanei. È una scelta: se vuoi crescere in questo sport, devi imparare a gestire tutto senza lamentarti». Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? «Il mio sogno è entrare in nazionale e partecipare a competizioni mondiali o, un giorno, olimpiche. Lo so che la strada è lunga, ma è quello che voglio». C’è qualcuno, un rivale o un compagno, che consideri una motivazione costante? «Al circolo siamo una grande famiglia. Ci sosteniamo e ci stimoliamo a vicenda. Ci sono tanti ragazzi che hanno obiettivi simili ai miei e questo ci spinge a dare tutto. Anche i nostri genitori ci accompagnano e ci seguono: è un ambiente che crea unione e forza. La competizione sana tra noi è una delle cose che mi aiuta a migliorare». Fuori dall’acqua chi è Giovanni Buonocore? «Sono un ragazzo normale. Mi piace passare del tempo con gli amici, ascoltare musica, fare le cose che fanno tutti i giovani». Credi che i tuoi successi possano ispirare altri ragazzi a Castellammare e avvicinarli al canottaggio? «Lo spero molto. Credo che la mia vittoria possa essere un esempio: i sacrifici vengono ripagati. Vorrei che la mia storia incoraggiasse tanti ragazzi a provare uno sport che magari non conoscono. Più voci si diffondono, più giovani si avvicinano: sarebbe bellissimo». Che consiglio daresti a un ragazzo che inizia oggi e sogna un percorso come il tuo? «Che i sogni possono diventare realtà. Serve impegno, costanza e la voglia di volare sempre più in alto senza paura. E soprattutto: non si arriva da soli. Io ringrazio i miei allenatori, i miei compagni del circolo e miei genitori, che sono sempre con me. Senza di loro nulla sarebbe possibile».

Alfredo Izzo