DiVino Jazz, 18 anni di storia e note: si riparte da Torre del Greco con Ana Maza
Torre del Greco. Il DiVino Jazz Festival raggiunge un traguardo prestigioso e simbolico: 18 anni di storia e attività, grazie a cui diventa a tutti gli effetti una tra le rassegne musicali più longeve e riconosciute del territorio vesuviano. A partire dal prossimo 18 dicembre e fino al 30 dicembre 2025, il festival – ideato e diretto da Gigi Di Luca – torna a illuminare le feste di sette città, confermando la sua formula itinerante e la sua vocazione a mettere in rete musica, cultura, paesaggio, enogastronomia e archeologia.
Giunto alla XVIII edizione, il DiVino Jazz coinvolge sette comuni dell’area vesuviana – Pompei, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase – uniti da un’identità storica e culturale. Un progetto che negli anni si è affermato come modello di valorizzazione territoriale, capace di raccontare il Vesuvio non solo come luogo geografico, ma come spazio culturale vivo e contemporaneo. «Il DiVino Jazz è un festival da vivere con tutti e cinque i sensi – spiega il direttore artistico Gigi Di Luca -. Musica, vino, luoghi, storie e persone si intrecciano in un’esperienza che nasce dal territorio e al territorio restituisce valore.
L’edizione di quest’anno è ancora più vesuviana, con sette comuni in rete, accomunati da una stessa anima culturale, storica e produttiva». In due settimane il palco itinerante ospiterà grandi nomi del jazz italiano e internazionale, tra cui Danilo Rea, Enrico Pieranunzi, Peppe Servillo con Javier Girotto e Natalio Mangalavite, Ana Carla Maza, Marco Mezquida e Chicuelo, Eric Waddell & Abundant Life Singers, Aires Tango, Eleonora Strino Trio con Daniele Sepe.
Un cartellone di otto concerti, di cui due esclusive italiane, tutti ad ingresso gratuito. Il debutto della rassegna è in programma giovedì 18 dicembre, quando il multisala Corallo di corso Vittorio Emanuele a Torre del Greco ospiterà lo spettacolo di Ana Carla Maza: la musicista e cubana presenta nell’unica tappa in Italia del suo “Caribe World Tour”, un raffinato concerto in trio con Mily Péres (tastiere, pianoforte) e Jay Kalo (batteria). Un mélange di jazz, son cubano, musica classica, pop, bossa nova e sonorità latinoamericane. Accanto alla musica, il festival conferma il suo carattere trasversale e multidisciplinare, con degustazioni e visite nelle aziende vinicole vesuviane, laboratori del gusto, esposizioni di artigianato, performance artistiche e street art. Centrale anche la sezione Archeojazz, che intreccia il linguaggio del jazz con i grandi siti archeologici di Pompei, Oplonti ed Ercolano. «Il legame tra l’antico e il contemporaneo è uno dei tratti distintivi del festival – sottolinea Gigi Di Luca –. Suonare jazz nei luoghi della storia significa creare un dialogo profondo tra passato e presente, tra memoria e innovazione. È un modo per promuovere un turismo lento e consapevole, che non consuma i luoghi ma li ascolta».
Finanziata dall’assessorato al Turismo della Regione Campania, la rassegna è co-finanziata e organizzata dal Comune di Pompei con il partenariato degli altri comuni coinvolti. Un’alleanza istituzionale che rafforza il valore culturale dell’iniziativa e ne amplifica l’impatto sul territorio. «Diciotto edizioni rappresentano una maturità artistica e progettuale – conclude il direttore artistico –. Il DiVino Jazz è cresciuto insieme al suo territorio, costruendo nel tempo una comunità di pubblico, artisti e operatori. Continuiamo a credere in un festival che incrocia linguaggi e visioni, mettendo la musica al servizio della bellezza e dell’identità vesuviana».
@riproduzione riservata

