La fontana di Monteoliveto sembra una discarica a cielo aperto. L’acqua stagnante dove si tuffano le colonne che sorreggono i tre imponenti leoni sui quali svetta la statua bronzea di Carlo II di Spagna è una distesa multicolore di lattine. Di aranciata, di CocaCola. Le verdi bottiglie di vetro che contenevano birra sono mezze affogate in un lago di colore giallognolo e dall’odore di marcio, quelle di plastica, invece, stanno a galla. Accartocciate. Come i bicchieri e le buste che hanno contenuto panini inzuppati d’olio. C’è anche una cicca di sigaretta che nuota tra l’immondizia.
È domenica mattina. E il sole scopre le ferite al patrimonio culturale inferte nella notte da una movida selvaggia e irrispettosa. Dell’ambiente, prima di tutto. Dei fiori all’occhiello dei monumenti di Napoli, in seconda battuta. Qualche turista si ferma sul bordo che delimita la fontana, realizzata nella seconda metà del 1600. Storce il naso. «Che peccato», sussurra a denti stretti. Qualche passo in là ci sono i residenti, che allo scempio sono abituati ma non per questo lo accettano: «Non se ne può più. È uno spettacolo vergognoso». Sta tutta in una foto che racconta la notte delle movida napoletana la piaga dell’inciviltà di una gioventù senza regole che sta togliendo il sonno alle forze dell’ordine e alle istituzioni. Una foto che da sola racconta l’ultimo sfregio alle bellezze di Napoli.