Il suo «inferno» sarebbe cominciato a metà gennaio, quando – al rientro dalle festività natalizie – sarebbe stato preso di mira da un gruppo di baby bulli dell’istituto comprensivo. Pronti a trasformare le ore di lezione di Luca – nome di fantasia – in un vero e proprio calvario, sotto forma di pugni e calci rifilati all’interno dei bagni durante le pause dai libri: una storia dell’orrore a cui la mamma della vittima ha scritto la parola fine, portando via il figlio dalla «scuola dei violenti» e denunciando tutto agli agenti del locale commissariato di polizia.
Le accuse shock
Luca è un bambino di 7 anni, sveglio e vivace. Frequenta la seconda elementare in un istituto comprensivo di un «quartiere di frontiera» di Torre del Greco, ma – durante il primo anno e mezzo – non ha mai avuto problemi di integrazione e socializzazione. Qualcosa bruscamente cambia a metà gennaio, al rientro dalle festività natalizie: Luca comincia a manifestare insolite paure al momento del suono della campanella e accampa improvvisi malesseri per disertare i banchi di scuola. Un’assoluta novità immediatamente notata dalla madre del bambino, abituata – visto l’impiego di accompagnatrice sugli scuolabus della ditta incaricata del servizio di trasporto scolastico – a «osservare» i piccoli alunni. I dubbi della donna si trasformano in certezze il 16 gennaio, quando Luca rientra a casa con un’evidente ferita alla testa. Dopo un lungo «interrogatorio» il bambino ammette di essere stato picchiato da un gruppo di studenti delle classi superiori. «è successo in bagno», confessa alla madre.
L’esposto flop
Il giorno successivo il padre della ventisettenne si presenta a scuola per raccontare l’accaduto, ma trova la maestra di Luca in evidente imbarazzo: il bambino è stato nuovamente aggredito in bagno e porta in viso – sotto forma di ematoma e graffi – i segni del pestaggio. All’uomo, evidentemente preoccupato per i fenomeni di bullismo, viene consigliato di presentare un esposto ufficiale alla dirigente scolastica. Ma non serve a nulla, anzi. A una settimana dal primo assalto, Luca viene nuovamente picchiato dai baby-bulli. Stavolta, i segni sono evidenti: il bimbo è costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale Agostino Maresca, dove vengono refertate ferite e contusioni giudicate guaribili in pochi giorni. Ma il terrore di nuove «lezioni» terrorizza sia Luca sia i familiari: il bambino viene ritirato dalla «scuola delle violenze» e trasferito in un differente istituto comprensivo. Contemporaneamente, scatta la denuncia alle forze dell’ordine per fare piena chiarezza sulla vicenda e accertare eventuali colpe.
I responsabili
«E’ palese la mancanza o insufficienza di controlli da parte del personale scolastico – la convinzione messa nero su bianco dalla mamma di Luca -. A dispetto dei ripetuti e gravi episodi di bullismo, si continuano a non sorvegliare adeguatamente i bambini quando escono dalle aule per andare al bagno». Una «superficialità» costata a Luca una valanga di botte e l’addio ai propri amici di classe: «Mio figlio è stato costretto a cambiare scuola – conclude la madre del bimbo – ma la vicenda non può finire qui. Voglio la giusta punizione per i responsabili dei mancati controlli affinché non ci siano ulteriori vittime dei baby-bulli».
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