Avvalendosi dell’istituto della compensazione, i contribuenti, siano essi titolari o non di partita IVA, possono versare i tributi all’erario compensando le somme dei tributi a debito con gli importi dei crediti d’imposta spettanti. Va fatta, però, attenzione al corretto impiego dell’istituto. Le conseguenze di un’irregolare gestione dell’istituto della compensazione dei crediti con i debiti tributari possono ricadere, infatti, sia sui contribuenti sia, talvolta, sui professionisti.
Facendo riferimento al credito IVA emergente dalla dichiarazione annuale esso può essere alternativamente oggetto di richiesta di rimborso o di riporto per utilizzo in compensazione a mezzo modello F24 con altri debiti d’imposte e contributi diversi.
Per i soggetti che optano per la compensazione “orizzontale” dei crediti IVA si possono verificare diverse circostanze tra cui:
- effettuare compensazioni fino all’ammontare di 5.000 euro;
- effettuare compensazioni per importi superiori a 15.000 euro.
Fino all’ammontare di 5.000 euro, il credito può essere utilizzato in compensazione, nel modello F24, senza attendere la presentazione della dichiarazione annuale dalla quale nasce. Se si vuole superare tale limite, nel rispetto del requisito temporale, è necessario inoltrare preliminarmente la dichiarazione annuale IVA.
Per compensare crediti IVA superiori a 15.000 euro, è necessario anche che la dichiarazione annuale IVA rechi l’apposizione del visto di conformità con il quale, in sostanza, il soggetto abilitato che lo rilascia attesta la corrispondenza dei dati esposti nella dichiarazione con quanto riportato nelle scritture contabili.