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Omicidio Vincenzo Amendola, fermato l’amico: movente passionale
CRONACA
19 febbraio 2016
Omicidio Vincenzo Amendola, fermato l’amico: movente passionale
metropolisweb

E’ stato ucciso come un boss, anche se il padre ripete che  “era un bravo ragazzo, buono come il pane, che  non aveva nemici e tutti gli volevano bene”. Ma forse Vincenzo Amendola, 18 anni, scomparso il 5 febbraio, è rimasto vittima di una vendetta passionale. La pista è al vaglio di Polizia e Carabinieri, anche se non si escludono altri moventi. Nel pomeriggio Squadra Mobile e Carabinieri hanno fermato un suo amico, Gaetano Nunziato, 23 anni, con denunce per reati contro il patrimonio e droga a carico. E’ accusato di omicidio aggravato dal metodo mafioso, detenzione di arma ed occultamento di cadavere. Amendola sarebbe stato ucciso con uno o due colpi alla testa. Poi il cadavere del 18 enne, che era imparentato alla larga, tramite la madre, con un boss del clan Rinaldi di San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli, è stato sotterrato in un campo nella zona di Taverna del Ferro, un rione soprannominato il Bronx. Amendola era incensurato. Già da qualche giorno, dopo la segnalazione di un cittadino, gli agenti della Squadra mobile di Napoli, del commissariato San Giovanni-Barra ed i Carabinieri avevano concentrato le ricerche in quella zona. Oggi lo scavo nel terreno e la scoperta del cadavere, a 50 centimetri di profondità. Un omicidio che sembra un’esecuzione,
vista la dinamica. La ‘sepoltura’ è stata effettuata a pochi passi dalle case popolari del rione Taverna del Ferro, dove Amendola viveva, e da una piccola fattoria. Resta da stabilire se il 18enne sia stato ucciso lì o se il cadavere sia stato trasportato successivamente nel campo dove è stato ritrovato. Le ricerche erano partite subito. I genitori di Vincenzo, Giuseppe  Amendola e Anna Rinaldi, avevano chiesto aiuto alle forze dell’ ordine e si erano rivolti al programma ‘Chi l’ha visto’. Vincenzo era uscito, come spesso accadeva, nella tarda serata del 4 febbraio, e non era più tornato. “Speravamo di trovarlo
vivo – dice il papà con un filo di voce – amava la vita il mio piccolino, era sereno. Non aveva paura di niente e di nessuno e non ci era sembrato preoccupato nelle ore prima della scomparsa. No, non mi spiego cosa sia potuto succedere. So solo che ci è crollato il mondo addosso e che ora non sappiamo proprio come continueremo a vivere”. Ancora stamattina gli amici di Vincenzo Amendola affiggevano manifesti per le strade con la richiesta di aiuto per ritrovarlo. Sui manifesti, la foto del profilo Facebook ed un appello. Qualche ora dopo il suo corpo è stato ritrovato sotto terra. Alcune ragazzine hanno scattato foto con i loro cellulari. Come se fosse tutto un gioco. 

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