Per eliminare tracce di polvere da sparo dal suo corpo, il killer Giuseppe Simioli del clan Polverino, dopo l’omicidio di Giuseppe Candela, detto “Peppe tredici anni”, si recò, con lo “specchiettista” Salvatore Liccardi, a casa della sorella di Roberto Perrone, affiliato al clan e poi diventato collaboratore di giustizia, per farsi una sauna. La circostanza emerge dall’interrogatorio reso dallo stesso Roberto Perrone. Il sicario non fece in tempo a cambiarsi i vestiti prima dell’omicidio e temeva di essere stato ripreso
dalle telecamere di un istituto bancario dove si era recato su indicazione dello “specchiettista” (cioè di colui che doveva segnalare la presenza dell’obiettivo) mezz’ora prima dell’agguato. Dopo l’assassinio di Candela, Simioli, temendo di poter essere individuato dalle forze dell’ordine proprio grazie a quelle immagini, andò a farsi una sauna per eliminare eventuali residui degli spari.
CRONACA
25 febbraio 2016
Napoli, uccide e poi va in sauna con lo “specchiettista”