Mazzette e favori al cimitero: comincerà il prossimo 8 giugno davanti al gup Antonello Anzalone del Tribunale di Torre Annunziata il processo a carico dell’ex sindaco Claudio D’Alessio e altre 31 persone. Il Comune ha annunciato la volontà di costituirsi parte civile.
Il pm Rosa Annunziata ha chiesto per tutti il rinvio a giudizio. Una brutta storia di cadaveri riesumati prima del tempo per fare posto ai morti più “freschi” quella ricostruita dal commissariato di polizia di Pompei nell’inchiesta “Terra Santa”. Coinvolti anche altri nomi noti della politica cittadina, come il consigliere comunale Attilio Malafronte finito anche nella lista degli “impresentabili” alle scorse regionali (nel corso delle indagini gli vennero trovate armi in casa) e l’ex assessore Ciro Serrapica. E ancora: Francesco Mirante, amministratore Mir.Ca. che, all’epoca, gestiva il cimitero, Visidore Salsano uomo di fiducia di D’Alessio, Carmine Casciano e Pasquale Cesarano, rispettivamente direttore del cimitero e dipendente comunale nel periodo finito sotto osservazione, 2012-2013. Questi ultimi due hanno già patteggiato rispetto a circa venti singoli episodi di corruzione: Casciano tre anni e mezzo, Cesarano quattro anni e due mesi. Resta ancora in piedi l’accusa di associazione a delinquere. Gli altri imputati sono i singoli cittadini che avrebbero pagato fino a tremila euro per trovare un posto al proprio caro estinto.
CRONACA
25 febbraio 2016
Pompei. Processo Terra Santa, il Comune si costituisce parte civile