Se una minorenne si fa dei selfie pornografici e poi li invia ai suoi amici e questi a loro volta li diffondono ad altri ragazzi, questa ultima circostanza non e’ prevista dalla legge come reato perche’ le norme – contro lo sfruttamento sessuale degli adolescenti – puniscono la cessione di materiale pedopornografico “ma a condizione che lo stesso sia stato realizzato da soggetto diverso dal minore raffigurato” dal momento che la legge distingue “l’utilizzatore” del materiale “dal minore utilizzato”. Lo sottolinea la Cassazione mettendo in guardia le ragazzine dal rischio che autoscatti di questo tipo diventino ‘virali’ nella cerchia delle loro amicizie senza che ci siano sanzioni a fare da deterrente. I supremi giudici hanno infatti respinto il ricorso del pm del Tribunale dell’Aquila contro il non luogo a procedere emesso dal Tribunale dei minori del capoluogo abruzzese nei confronti di dieci ragazzi (sei femmine e quattro maschi) che avevano girato ad altri (e, da questi, ad altri ancora) i selfie ose’ ricevuti dalla loro amica.
CRONACA
21 marzo 2016
Minorenne manda selfie hot, non è reato diffonderli