E’ un’indagine delicata. Di quelle dove l’intreccio pericoloso potrebbe correre sul filo sottile che conduce a un capo all’altro della città. Su di un fronte il porto di Torre Annunziata. Sul lato opposto il palazzo comunale. Nel bel mezzo carabinieri, finanza e procura. Decine di fascicoli, informative e persino la regia occulta di una criminalità che non ferma i suoi tentacoli e che alla prima occasione mette le mani sulle imprese. E potrebbe essere capitato ancora. Ma questa volta generando un clima di tensione e facendo scattare più campanelli di allarme tanto da vedere l’intervento da parte degli investigatori. Tutto parte dall’assegnazione dell’appalto pubblico per i lavori di risanamento del porto di Torre Annunziata. Una delle garanzie obbligatorie inserite nel bando che avrebbe offerto un maggiore punteggio -bonus per la ditta aggiudicatrice, era la cosiddetta clausola sociale. Ovvero la garanzia per la ditta di assumere un numero di lavoratori disoccupati, esclusi dal ciclo produttivo o quanto meno giovani ma che avessero tutti come unico denominatore la residenza obbligatoria nella città di Torre Annunziata.
+++ L’ARTICOLO COMPLETO SU METROPOLIS OGGI IN EDICOLA +++