C’è l’intenzione di andare fino in fondo. La terra dei fuochi stabiese all’interno dell’ex stabilimento dell’Avis è all’attenzione della commissione parlamentare ecomafie, con un’istruttoria già aperta e una serie di passi da compiere nelle prossime settimane. C’è massima attenzione sullo scempio dell’Avis, la fabbrica chiusa da quasi un decennio, soprattutto dopo il racconto di un ex operaio che indicò dalle colonne di Metropolis l’esatto punto in cui furono interrate tonnellate di amianto. Un articolo finito sul tavolo della commissione, che nel frattempo ha trovato nuovi testimoni per riaprire l’inchiesta bis sull’avvelenamento del sito industriale. Ci sono infatti altri operai disposti a parlare e a integrare le testimonianze della precedente inchiesta. Tra le ricerche, è risultato un vecchio fascicolo aperto dall’allora procuratore di Torre Annunziata, Alfredo Ormanni, poi finito nello scandalo rimborsi che coinvolse la procura oplontino nei primi anni 2000. Ebbene l’inchiesta partì negli anni ‘90 ed era supportata anche da materiale fotografico, che testimoniava la presenza di amianto nel sottosuolo. Per qualche anno furono ascoltati operai e furono raccolte prove, i reali responsabili però non sono mai stati individuati.
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