Fino a 60mila euro di donazioni al “Fukushima Brain Institute” per essere operati direttamente dal neurochirurgo Takanori Fukushima, neurochirurgo giapponese accostato nel 2015 a Papa Francesco per presunte visite mediche. Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Salerno, che hanno portato all’esecuzione di 4 misure cautelari, Takanori Fukushima, direttore del Fukushima Brain Institute di San Rossore (Pisa), avrebbe instaurato rapporti di collaborazione con il primario di Neurochirurgia dell’ospedale Ruggi d’Aragona Luciano Brigante e Gaetano Liberti, suo “allievo”; quest’ultimo avrebbe esercitato una pressione sui pazienti alludendo, talvolta in maniera implicita, altre volte in modo più esplicito, alla possibilità dell’aumento del “rischio operazione” qualora gli stessi non fossero stati sottoposti a tempestivi e professionali interventi chirurgici, inducendoli così a corrispondere rilevanti somme di denaro. In due circostanze, le investigazioni hanno consentito di accertare che Brigante e Fukushima si sarebbero accordati affinché Brigante prospettasse a due pazienti la necessità di immediati e complessi interventi neurochirurgici, da effettuare a Salerno, dove Fukushima avrebbe personalmente operato, nonostante non fosse autorizzato dalla direzione ospedaliera, al di fuori delle regolari liste di attesa e solo previo versamento di un bonifico di 5mila dollari a titolo di donazione in favore di una fondazione americana, la “International Neurosurgery Education & Research” diretta dallo stesso luminare giapponese.
CRONACA
5 aprile 2016
Salerno, 60 mila euro per essere operati dal neurochirurgo del Papa: scandalo al Ruggi