“Il suo comportamento non è un vulnus al processo di rieducazione”. Questa è la motivazione con la quale la procura generale di Venezia ha chiesto il ripristino della semilibertà per Doina Matei, condannata a 16 anni per l’uccisione della 23enne Vanessa Russo, avvenuto a Roma nel 2007. La giovane donna era morta in seguito alle ferite riportate dopo essere stata colpita con la punta di un ombrello.
La semilibertà, grazie alla quale Doina aveva lavorato per circa un anno in una pizzeria come cameriera, era stata revocata lo scorso 12 aprile dopo che la donna aveva pubblicato sul suo profilo Facebook alcune foto che la ritraevano sorridente al mare. Immagini che avevano provocato, appunto, la revoca della semilibertà.
“Ho capito di aver compiuto una leggerezza – ha ammesso la 29enne, detenuta nel carcere femminile dalla Giudecca, a Venezia, – non pensavo che per una foto pubblicata su un giornale scoppiasse tutto questo scandalo. Chiedo scusa a tutti, anche alla famiglia di Vanessa Russo, so che non mi perdonerà mai ma la mia è un’espiazione interiore”.
L’udienza, su richiesta dell’imputata, si è tenuta a portechiuse. A riferire le parole di Doina è stato il suo legale, Nino Marazzita.