La Polonia ha riaperto il procedimento di estradizione nei confronti del regista franco-polacco Roman Polanski, accusato negli Stati Uniti di aver violentato una minorenne nel 1977. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro. “Ho deciso di fare appello alla Corte Suprema”, ha detto Ziobro a una stazione radio polacca, “tutti sono uguali davanti alla legge” e Polanski è stato accusato di un “crimine odioso contro un minore”. L’avvocato polacco del regista, Jan Olszewski, si è detto “non sorpreso” dalla decisione del ministro della Giustizia.
Nel 1977 Roman Polanski, all’epoca 43enne, ammise un rapporto sessuale con l’allora 13enne Samantha Geimer. Dopo 42 giorni di prigione e il rilascio su cauzione, il regista, prima della sentenza, fuggì dagli Usa. Nel 2009, venne arrestato a Zurigo e messo agli arresti domiciliari. La Svizzera decise di non estradarlo. Gli Stati Uniti hanno quindi chiesto il suo arresto alle autorità di Varsavia, dove lui si trovava nel 2014. Polanski vive a Parigi, ma visita spesso Cracovia. Lo scorso ottobre, il tribunale di Cracovia aveva rifiutato di consegnare il premio Oscar alle autorità americane.