Orsola è tornata a casa. Tutto il paese l’aspettava, ma non voleva rivederla in una bara. E’ il giorno delle lacrime per Pimonte. Del dolore, quello composto, silenzioso, profondo. Una ferita che squarcia le anime di 1500 persone che raggiungono la chiesa di San Michele Arcangelo, al centro del paese, dove si tengono i funerali. Un lunghissimo tappeto bianco accoglie la salma. Gli amici sono disperati. Orsola li aveva salutati qualche giorno prima per inseguire un sogno. Via dal paesino dei Lattari, fino in Germania, per trovare lavoro dopo la laurea. Al colloquio alla clinica di Francoforte la giovane Orsola non ci è mai andata. Il destino ha voluto che il suo sogno si fermasse sulla strada che avrebbe dovuto cambiargli la vita, non interromperla. Ha preso la strada del cielo, del paradiso. Perché anche chi non è credente sa che Orsola adesso è un angelo. L’angelo più bello che il cielo possa accogliere, un angelo che dall’alto si dedicherà a tenere per mano chi sta avendo un figlio e accoglierà i bambini al momento della nascita. Ci piace pensare così, che in fondo la sua sia stata una missione e proseguirà ancora. Un angelo che Pimonte non dimenticherà mai, con la morte nel cuore e le lacrime agli occhi. “Ciao Orsola” sussurrano al passaggio della bara, ma sono singhiozzi e lacrime. Ognuno ha un ricordo, una parola dolce, allunga la mano verso quella bara senza credere ancora che al suo interno ci sia Orsola. Il dolore è surreale e ha spezzato la vita della giovane e della sua famiglia. Nulla sarà più come prima.
CRONACA
29 giugno 2016
ADDIO ORSOLA. Un angelo in più per accogliere i bambini