L’indagine sulle mazzette ad alcuni militari dell’Esercito per superare le prove di selezioni si allarga con nuove storie di ragazzi che hanno pagato per passare le selezioni dei test di cultura generale. Spunta la storia di un aspirante alla ferma, che nonostante avesse avuto le risposte per risolvere i quiz, non era stato in grado di superare la prova e voleva i soldi indietro. Un altro che raccontava al telefono di non avere quattrini perche’ aveva dovuto comprare un’auto distrutta in un incidente. Un altro ancora aveva addirittura contratto un debito di 25mila euro per avere i test di ingresso. E’ il sunto di alcune intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dal gip di Napoli su ordine della Procura partenopea e delegate ai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria che fanno luce su quanto era dietro i presunti concorsi truccati per entrare nell’Esercito e nei vari corpi di polizia che ha portato gia’ all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare per sei persone, cinque delle quali erano militari, e decine di perquisizioni. Le intercettazioni sono contenute in una nuova informativa del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli depositata questa mattina agli atti del Tribunale del Riesame di Napoli. Gli inquirenti ritengono che sono numerose le prove truccate e non solo per l’Esercito ma anche per la polizia, i carabinieri e i finanzieri. Al centro dell’indagine ci sarebbe un generale in pensione, L.M., che ha anche tentato una carriera politica, presidente di due associazioni che si occupavano proprio dei corsi di formazione per le reclute. Si e’ scoperto che a quei corsi avvenivano i pagamenti per la ‘consegna’ di un algoritmo che una volta sviluppato poteva rivelare tutte le risposte esatte ai quiz. Algoritmo che arrivava via sms sui telefonini dei candidati poco prima della prova.
CRONACA
22 luglio 2016
Mazzette per entrare nell’Esercito, intercettazioni shock: c’è chi aveva contratto un debito da 25mila euro e chi aveva le risposte ma…