«Gli immigrati non sono un problema, ma una risorsa. Nel nostro territorio abbiamo diverse etnie, dagli africani, ai cinesi, agli arabi, ai cingalesi. Ma dobbiamo consentire a queste persone di inserirsi nel tessuto sociale ed economico locale, senza fomentare odio e tensioni. Questa è la vera integrazione». Quarantadue anni, sposato e con un’esperienza amministrativa ultra decennale alle spalle, Giampiero Perrella è il nuovo presidente della quarta Municipalità. Insediato da meno di un mese il neo eletto leader del parlamentino di Gianturco traccia le linee guida del suo programma: turismo e accoglienza, guerra ai dipendenti comunali fannulloni, rilancio di quella parte dimenticata dei Decumani come l’Anticaglia e riqualificazione delle ex aree industriali a ridosso del Centro direzionale. Ma soprattutto come punto di partenza la cura dell’ordinario, «perché è questo ciò che chiedono i cittadini», precisa Perrella.
Presidente, allora quando convocherà il primo Consiglio?
«Lunedì 1 agosto alle 10 ci sarà la prima seduta ufficiale dell’assise».
Ha già nominato la Giunta che la coadiuverà nel suo lavoro nei prossimi 5 anni?
«Non ancora. Ma al di là delle pressioni esterne, la mia Giunta sarà composta da persone giovani e con grandi competenze per un territorio complicato e che sia all’altezza delle grandi sfide che ci aspettano».
Quale particolarità avrà la composizione di Giunta e Consiglio?
«Per la prima volta rispetto al passato avremo più donne. Solo in Consiglio ce ne sono 5 rispetto all’unica che c’era con l’ultima consiliatura. Questa rappresenta una svolta anche per l’effetto della coalizione del sindaco Luigi de Magistris. Inoltre potrò affidare deleghe speciali anche a consiglieri eletti. Rivaluteremo la Consulta delle Pari opportunità, ad esempio, per far sì che elaborino proposte dal basso per tutelare i diritti delle donne».
Lei ha definito complicato questo territorio. Perché?
«Lo è sia dal punto di vista urbanistico che sociale. Ci sono il centro storico e il Centro direzionale con la zona industriale che richiedono un grande sforzo. Zone di cui saranno ridisegnati gli sviluppi urbanistici».
Il 70% degli immigrati a Napoli risiedono nella sua Municipalità. Cosa rappresentano?
«Una risorsa e un’opportunità, non certo un problema. Ma dobbiamo consentire loro di integrarsi nel tessuto sociale ed economico in cui vivono».
Non è stato proprio così con i due campi rom rimasti sul territorio in via Brecce a Sant’Erasmo. Com’è la situazione ora?
«Entro l’autunno si dovrebbe concretizzare lo sgombero, ma occorre trovare un luogo alternativo dignitoso per queste persone. Dopo di che quell’area rientrerà nel progetto di riqualificazione urbana di Napoli est, di cui faranno parte anche l’ex Area Nato che vede coinvolta la società Agorà 6, l’ex Manifattura Tabacchi e l’ex fabbrica Redaelli».
Da dove bisogna partire per risolvere i problemi di una Municipalità?
«Dalla cura del quotidiano. Dall’ordinarietà. Un cittadino mi ha mandato un selfie con un operatore ecologico, soddisfatto delle pulizia che non avveniva da anni. In meno di un mese abbiamo già stilato la programmazione degli interventi su verde, fognature e rifiuti: nei calendari ci sono giorni, orari e nominativi degli operatori e se tra questi ci saranno dei fannulloni noi gli faremo la guerra».
Eppure la differenziata sembra non decollare…
«Il problema è la gente dei vicoli, che al centro storico si ostina a non usare i bidoncini del porta a porta e deposita i rifiuti in strada o nelle vie principali. Un appello in tal senso va proprio a questi cittadini: siate più civili».
Turismo e accoglienza.
«Potenziare gli infopoint in zone strategiche come Porta Capuana e piazza Garibaldi, dove dal lato della galleria commerciale metteremo a bando spazi per fiere natalizie. Mentre sull’altro lato della piazza il degrado è dovuto ai cantieri della metropolitana».
Sicurezza.
«L’Esercito non basta. Serve una task force per interventi operativi nelle zone a rischio. Ma la legalità va praticata, non sbandierata come un concetto astratto. Il 3 agosto partirà la rimozione dei manufatti abusivi al Vasto-Arenaccia. Inoltre in piazza Nazionale, che è preda di baby gang e pusher, ripristineremo i fornelli divelti per l’area giochi. Ma sono questioni che affronteremo con prefetto e questore».
Cosa direbbe ai giovani che vogliono lasciare Napoli?
«Amare la propria città significa rimboccarsi le maniche e rendersi protagonisti del cambiamento».