Era una vittima degli esattori della camorra, costretto a riconoscere ogni sei mesi una “tassa” di 12.000 euro agli emissari dei due principali clan di Torre Annunziata. Poi era diventato “alleato” dei boss, a cui dispensava posti di lavoro e favori. Adesso, invece, indossa i panni del collaboratore di giustizia e – alla luce del suo turbolento passato – rischia di fare cadere i vertici dei Gallo e dei Gionta. Due organizzazioni criminali di cui conosce vita, morte e “miracoli” in particolare riferiti al settore delle estorsioni e del controllo degli appalti. C’è una nuova gola profonda sotto il Vesuvio. Non ha un passato da killer né da colonnello, ma sotto il suo colletto bianco c’è lo “sporco” di 10 anni di malaffare. Affari fuorilegge adesso al vaglio degli investigatori della direzione distrettuale antimafia di Napoli, a cui l’imprenditore-pentito starebbe rivelando tutti i retroscena delle strategie criminali.
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