E’ finito nel limbo il Napoli, nell’incertezza più assoluta. Il pareggio di Pescara lo dimostra. La crisi d’identità arriva addirittura alla prima giornata, con gli uomini di Sarri irriconoscibili per un tempo e che non sanno più cosa attendersi dl futuro. E’ colpa del mercato, di trattative per cessioni e rinnovi ancora aperte, di una rosa completa numericamente ma senza quel bomber che sulla carta che dovrebbe far sentire gli azzurri all’altezza di Juventus e Roma. Manca il leader in attacco, l’uomo che si carica la squadra sulle spalle nelle difficoltà e Hamsik ha sempre dimostrato che quando il gioco si fa duro lui non è sempre l’uomo della provvidenza. Questione di carattere non di caratteristiche.
Sono schiaffi che dovrebbero svegliare la società sul mercato quelli incassati a Pescara, a costo di farsi prendere per la gola, meglio di finire nella forca dell’anonimato del campionato, in quelle posizioni a ridosso delle grandi dove non sai mai cosa sei.
Il Napoli è un’incompiuta. L’incertezza è totale in tutti gli uomini della rosa, perché la coppia di difensori centrali si divide tra i corteggiamenti di Valencia e Chelsea, Insigne ha il peso delle dichiarazioni del suo procuratore sulle spalle e Gabbiadini paga inesorabilmente i quattro gol in amichevole contro il Monaco che lo avevano trasformato nell’uomo dei miracoli capace di risolvere tutti i problemi sotto porta. E il Pescara, che gioca un calcio vero, non è una delle squadre che ha affrontato il Napoli a ritmo lento in precampionato, travolge gli azzurri non nella tecnica, ma nella concentrazione, nella cattiveria, in un primo tempo da incubo per gli uomini di Sarri. Sì, è mancata la cattiveria, quella che inesorabilmente non è stata tolta da voci e titoli di giornali come si vuol far credere, ma da qualche dollaro in più, da ingaggi favolosi promessi dalle big di mezza Europa per quei talenti che l’anno scorso hanno disputato un campionato da record. E’ solo la prima giornata, ma ci sono due cose che spaventano e, non è proprio una coincidenza, riguardano i ruoli più discussi sul mercato, quelli dei due difensori centrali e della prima punta. Sarà uno scherzo del destino, ma il pareggio di Pescara è stato il segnale più forte che poteva ricevere De Laurentiis, più dei fischi, più degli striscioni, più delle critiche sui social. Adesso, meglio aprire il forziere e prendere il tesoretto che ha lasciato Higuain, un’eredità pesante, perché talmente grande – sotto tutti gli aspetti – che bisogna saperla gestire.