Un aperitivo ben shakerato quello servito da Sannino e Di Carlo nell’anticipo della serie B. Quale può essere il giudizio generale. Non poteva essere quello del primo tempo, lo Spezia. Non deve essere quella della seconda frazione di gioco, la Salernitana.
Parco giocatori senza dubbio più completo quella dei padroni di casa, con alcuni pezzi fondamentali, dello scacchiere bianconero, sotto tono. Piccolo e Sciaudone palesemente in ritardo nella condizione fisica ed in ombra assoluta per tutti i primi 45 minuti. Di Carlo si permette di tenere Iemmello in panchina sino al primo quarto della ripresa. Forse sbaglia. Nenè lì davanti isolato era sembrato sino a quel momento un pesce fuor d’acqua. L’ingresso dell’ex Foggia gli apre più spazi ed alleggerisce la marcatura sul compagno di reparto. Negli ultimi minuti la difesa granata sbanda paurosamente e mette a nudo tutti i propri limiti attuali.
La Salernitana è un undici. Nel senso che c’è la base, non ci sono i rincalzi. Rosina, per ora, dura soltanto un tempo e fortunatamente lo fa in maniera egregia. Nella ripresa si smarrisce nell’anonimato. La sua condizione fisica non gli permette di incidere quanto ci si aspetta dalla sua qualità tecnica ed acume tattico. Lo stesso discorso può essere fatto per Zito. Appesantito e discontinuo.
L’uscita forzata di Odjer toglie, al centrocampo dei granata, il riferimento più importante. Il piccolo ghanese morde le caviglie a tutti e cuce gioco con l’esperienza del veterano. Peccato non possegga la dote dell’ultimo passaggio, sarebbe già un leader. Mantovani, all’esordio con la maglia granata, conferma quanto di buono si sapeva sul suo conto. Il giovane, scuola Torino, si dimostrerà utile nell’economia futura del gioco difensivo. L’uscita di Coda fa respirare la retroguardia dello Spezia più che tornare utile alla propria squadra. Joao Silva non ha la stessa forza penetrativa e lo stesso affiatamento con Donnarumma. Da la sensazione di essere più un uomo di movimento che da area di rigore. Caccavallo e Moro non forniscono l’apporto necessario per portare a casa il risultato pieno. La Salernitana, nella seconda parte della ripresa, abbassa paurosamente il proprio baricentro concedendo campo all’avversario.
La difesa ben protetta dal frangiflutti Odjer, sino a quando è rimasto in campo, balla paurosamente nei minuti finali. Viene graziata, quando Chiffi aveva già il fischietto in bocca per il triplice trillo finale, da una indecisione madornale di Iemmello che di testa deposita a lato, da posizione felicissima.
Il risultato è però sostanzialmente giusto. Un tempo ciascuno. La divisione della posta rispecchia ampiamente i valori in campo. Sannino avrà da lavorare sulla tenuta. Deve essere supportato nella quantità e nella qualità dei rincalzi. Lotito e Mezzaroma sapranno resistere all’offerta (sontuosa) del Palermo per Donnarumma? Questa, nell’attuale, è la maggiore preoccupazione del popolo dei tifosi.
Un plauso a quei trecento della curva salernitana che a petto nudo hanno incitato ininterrottamente la squadra. Possono tornare a casa soddisfatti. L’aperitivo servito da Sannino non era da disprezzare. Lasciava in bocca il retrogusto di sapore gradevole.
Lo Spezia è un’ottima compagine (lo dimostrerà il prosieguo del campionato) uscire indenni dal Picco non è stata impresa che va sottovalutata.
Certamente!