Se dapprima avevano protestato contro l’ascensore bunker che annientava il valore paesaggistico del più bel “polmone verde” della città, oggi lanciano l’allarme sullo stato dei lavori che continuano a degradare la Villa Comunale. I rappresentanti dell’associazione Progetto Napoli scendono di nuovo in campo per salvare il parco che si estende tra il lungomare e la Riviera di Chiaia. E lo fanno anche creando un gruppo Facebook: “Salviamo la Villa Comunale”. «Pochi giorni fa ho scattato alcune foto dall’alto del cantiere del tunnel verticale di aereazione in Villa Comunale – dice Antonella Pane, uno dei referenti di Progetto Napoli -. Come si vede l’impianto ottocentesco della Villa è stato completamente cancellato e sul lato verso la Riviera di Chiaia c’è un’inquietante voragine stracolma d’acqua. Ecco perché ci dobbiamo muovere. Ed ecco perché dobbiamo essere in tanti». Proprio lo scorso 21 settembre dalla pagina Facebook del gruppo la Pane aveva annunciato: «Stiamo organizzando un’operazione per riportare i riflettori dell’opinione pubblica sullo stato di estremo degrado in cui versa la Villa con particolare attenzione a: 1) lavori interrotti alla Cassa Aromonica; 2) rimozione dell’ascensore bunker; 3) cantiere del tunnel verticale di aereazione e conseguente devastazione della parte ottocentesca della Villa». Interventi che hanno messo sul chivalà i cittadini e le associazioni che si battono da anni per la valorizzazione della Villa e la riqualificazione della Riviera di Chiaia. Specie dopo il crollo di un’ala di Palazzo Guevara di Bovino nel 2013. Una tragedia sfiorata che, secondo i pm, fu causata dai lavori della linea 6 del metrò. «Una vera follia quello che stanno continuando a compiere nella Villa», dice Bona Mustilli, presidente di Progetto Napoli. Pronta intanto una raccolta firme e un dossier da mandare all’Unesco. Le proteste dei cittadini erano già iniziate a giugno, contro la costruzione di un vano ascensore in cemento armato. Secondo quanto si legge in un documento ufficiale la Gesin srl, ditta incaricata della valutazione sull’impatto ambientale del manufatto, quest’ultimo sarebbe «devastante». «Sono circa 6 anni che seguiamo la vicenda – spiega la Pane – . Abbiamo già condotto la battaglia per la Cassa Armonica e la Casina del Boschetto. Ora siamo di fronte all’ennesimo danno che si vuole perpetrare nell’area verde simbolo della città».
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