Torre del Greco. Era già finito agli “onori delle cronache” per lo schiaffo rifilato a un calciatore del Barletta al termine della gara disputata all’Amerigo Liguori il 17 aprile del 2016. Tre mesi dopo, a luglio, Giuseppe Giugliano – il vulcanico presidente della Turris, con una lunga serie di fallimenti alle spalle – era stato raggiunto da un provvedimento di Daspo di due anni disposto dal questore di Napoli, Guido Marino.
Ma i guai con le forze dell’ordine per il patron dei corallini- arrivato all’ombra del Vesuvio insieme al ds Francesco Vitaglione per riportare la Turris nel calcio professionistico, un progetto fino a oggi puntualmente naufragato – non sono finiti con il divieto a prendere parte alle manifestazioni sportive. Anzi. In soli 28 giorni a Giuseppe Giugliano sono state contestate tre violazioni delle prescrizioni imposte a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.
In particolare, il dossier preparato dagli agenti di polizia guidati dal primo dirigente Davide Della Cioppa parte dal 6 novembre 2016: in occasione della sfida con il Gladiator, l’impianto di illuminazione dello stadio Amerigo Liguori fu acceso in spregio all’apposita ordinanza sindacale di agibilità dell’impianto comunale. Più grave la violazione contestata il 20 novembre 2016, in occasione della gara Turris-Palmese: «Il presidente Giuseppe Giugliano – si legge nella relazione – determinò con la sua condotta un grave e imminente pericolo di vita a uno spettatore colpito da ictus, perché all’interno dell’impianto comunale c’era una sola ambulanza, a fronte delle due previste, senza la presenza di personale medico né paramedico bensì solo di volontari privi di qualsiasi titolo sanitario».
Stesso cliché il successivo 4 dicembre 2016 per la gara con l’Aversa Normanna, quando – insieme all’assenza di due ambulanze – furono rilevate l’eccessiva presenza di auto private e il mancato presidio dei cancelli di accesso al terreno di gioco, potenziale via di fuga del pubblico in caso di necessità».