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Inaugurato dopo 40 anni, l’ospedale di Boscotrecase è il simbolo degli sprechi: spese folli e vite a rischio
CRONACA
13 gennaio 2017
Inaugurato dopo 40 anni, l’ospedale di Boscotrecase è il simbolo degli sprechi: spese folli e vite a rischio
metropolisweb

Boscotrecase. Il giorno dell’inaugurazione, a settembre del 2006, sembrava dovesse risolvere tutti i problemi della sanità all’ombra del Vesuvio. Oggi, a dieci anni di distanza, l’ospedale Sant’Anna e Madonna della Neve è il simbolo degli sprechi dell’Asl Napoli 3 Sud.

Un colosso d’argilla, perennemente in stato di emergenza sia sotto il profilo organizzativo sia sotto il profilo assistenziale. E a pagare il conto di ritardi e scelte incomprensibili sono, come sempre, i pazienti. A partire dal pronto soccorso – mai in grado di garantire adeguata assistenza, vista la nota precarietà dell’organico – per finire al reparto di ortopedia, dove le barelle sistemate nei corridoi vengono utilizzate per i “ricoveri ordinari”.

Ma l’immagine stessa degli sprechi abbinati ai disservizi si trova – rigorosamente “nascosta” in una stanza off limits – al secondo piano del presidio sanitario. Basta varcare la porta dell’Utic – l’unità di terapia intensiva coronarica – per scoprire come la gestione economica dell’Asl Napoli 3 Sud sia, a essere morbidi, approssimativa: i soldi già spesi per l’acquisto di moderne e funzionali apparecchiature – in grado di migliorare la qualità dei servizi ai pazienti – non vengono, infatti, sfruttati in maniera adeguata.

E’ il caso dell’emodinamica, il macchinario acquistato a inizio 2016 alla modica cifra di 1,2 milioni e fino a oggi mai utilizzato. Un vero e proprio paradosso, considerato che l’Utic dell’ospedale di Boscotrecase – numeri alla mano – affronta 20 casi di infarti acuti a settimana, trattati e trasferiti per eseguire coronografie e studi angiografici. Ovvero, esami che – grazie all’emodinamica incelofanata in reparto – potrebbero essere eseguiti direttamente in reparto, senza pericolose perdite di tempo prezioso per i pazienti. Invece, a volte passano fino a sette ore per “trattare” un paziente con inevitabili rischi per la salute dei pazienti.

Eppure le sollecitazioni per “inaugurare” il moderno macchinario non sono mancate, rimanendo puntualmente ignorate dai vertici dell’Asl Napoli 3 Sud. Eppure, oggi, l’Utic di Boscotrecase – alla luce dell’apertura del reparto di cardiologia, con sei posti letto – potrebbe diventare il fiore all’occhiello del nosocomio di via Lenze. «Ma, evidentemente, c’è qualcuno a cui fa comodo una situazione del genere – denunciano da Boscotrecase – L’emodinamica inutilizzata da 8 mesi, dopo il regolare collaudo, rappresenta uno schiaffo in pieno viso agli operatori sanitari e un “attentato” per i pazienti che potrebbero ricevere cure adatte in tempi brevi anziché essere costretti a lunghe e pericolose attese». Di qui, la provocazione ai vertici dell’Asl Napoli 3 Sud: «Se il pano è di lasciare inutilizzato il macchinario, allora si smontasse e si trasferisse in un differente ospedale».

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