I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale oplontino nei confronti di tre indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione di armi e munizionamento da guerra e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. Tra questi, il boss Andrea Vangone. L’indagine e’ partita a dicembre scorso quando e’ stato trovato un fucile mitragliatore kalashnikov e un ingente quantitativo di munizioni da guerra in un terreno incolto in via Sepolcri a Boscotrecase, storica roccaforte del clan Gallo-Limelli-Vangone, a poca distanza dall’abitazione di Vangone, attuale reggente della cosca. Le indagini successive hanno dunque permesso di accertare che le armi fossero riconducibili a Bernardo Fattorusso e Fabio Carpentieri, contigui al clan, che al momento del controllo dei carabinieri erano presenti nell’abitazione del capoclan. I tre, immediatamente prima dell’arivo dei militari dell’Arma, si erano disfatti frettolosamente delle armi. Ad aggravare la posizione di Andrea Vangone e Fabio Carpentieri, la circostanza che entrambi erano sottoposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.
CRONACA
23 gennaio 2017
Boscoreale. Kalashnikov in un terreno, arrestato il boss Vangone