Quel flebile barlume di speranza acceso nel cuore di tutti è svanito all’improvviso, ieri sera, gettando nello sconforto una famiglia che ha atteso e pregato per un miracolo. Adesso, però, l’agonia è finita. Nella maniera più tragica e drammatica. Stefano Feniello è morto.
Il giovane di 28 anni originario di Valva è stato estratto nelle ultime ore dagli “angeli della neve” che senza sosta da quasi una settimana stanno scavando fra le macerie dell’Hotel Rigopiano, la struttura alberghiera di Farindola, in provincia di Pescara, travolta venerdì scorso da una valanga che non ha lasciato scampo ai turisti che assiepavano la struttura ricettiva.
La conferma del decesso del giovane salernitano è arrivata nella prima serata quando Alessio Feniello, il papà del ragazzo salito tristemente agli onori delle cronache per i suoi continui appelli affinché venga fatta chiarezza su quanto è accaduto nell’albergo alle falde del Gran Sasso, ha riconosciuto il figlio fra i corpi ancora senza nome portati nelle ultime ore all’ospedale Santo Spirito di Pescara. Un tatuaggio sul braccio: tanto è bastato al pizzaiolo trapiantato a Silvi Marina per riconoscere il 28enne. E perdere ogni speranza, gettando nella disperazione una famiglia che, lungamente, ha atteso un miracolo mai compiuto.