A Dimaro ne ha fatti di allenamenti sui calci da fermo. Uno studio notte e giorno, quello di Maurizio Sarri, che alla corte di Napoli s’è presentato come lo stratega delle palle inattive. «Mister 33 schemi» era il suo soprannome e nemmeno tanto per caso, ideato ai tempi di Sansovino, in Eccellenza, in onore del numero di schemi studiati e attuati in situazioni da palla inattiva. A Empoli, in meno di tre stagioni, i difensori di Sarri riuscirono ad accumulare 22 gol tra Serie A e B. Un vero cavallo di battaglia, per intenderci. Un esperto, il toscano, che fece di Tonelli – attualmente in azzurro grazie a un’operazione da 10 milioni di euro – il suo bomber dalla difesa. A Napoli, però, quello che era il suo cavallo di battaglia s’è trasformato in un incubo. La squadra azzurra continua a soffrire sui calci da fermo. Già otto le reti incassate in situazioni di palla inattiva e soltanto in campionato, escludendo dunque le reti incassate in Champions League. Su un totale di 30 gol presi, il 30% non è arrivato su azione. Numeri non particolarmente preoccupanti confrontandoli contro la Juve capolista, ma che comunque all’ombra del Vesuvio hanno acceso la spia d’allarme. Il punto debole degli azzurri sono in particolare i calci d’angolo; la formazione di Sarri, che difende a zona, come spiegato dallo stesso allenatore subito dopo la sconfitta col Real Madrid, non riesce a limitare i danni dalla bandierina, complice la fisicità degli interpreti azzurri. Tutti piccoletti, o quasi, che col corpo non possono fare miracoli. Gli unici, in questo senso, sono Koulibaly e Albiol. Davvero poco per una squadra fatta di undici calciatori. Al di là della doppietta di Ramos, il secondo gol deviato da Mertens, il Napoli ha più volte dimostrato di andare in affanno sulle palle inattive. Spulciando i numeri, da fermo il Napoli ha incassato nove gol, di cui quattro dalla bandierina. Il primo il 23 ottobre, contro il Crotone (prossimo avversario), quando all’89’ Rosi riuscì a beffare Reina dopo i gol di Callejon e Maksimovic. Il secondo, in Juve-Napoli, firmato da Bonucci. Il terzo, invece, alla Dacia Arena contro l’Udinese, a firma di Perica. L’ultimo, escludendo la Champions, l’ha segnato Caldara per il 2-0 definitivo ai danni del Napoli. Quattro situazioni che Sarri sta studiando a fondo, così da ripartire contro il Crotone domenica prossima.
Di sicuro, la difesa del Napoli è tornata vulnerabile. Non solo ha incassato gol in dieci delle ultime undici partire di A, ma è tornata troppo ballerina soprattutto nella ripresa, un po’ come con l’ex Benitez. Appena nove le reti prese nei primi tempi, addirittura 21 nella ripresa. Un gap che Sarri deve correggere nell’immediato, soprattutto in vista del doppio impegno – in programma ai primi di aprile – contro la Juventus di Allegri. La retroguardia deve riscoprirsi bunker come un tempo, quando le reti incassate dopo 27 giornate non erano già 30.