Torre del Greco. L’ennesimo strappo all’interno della turbolenta maggioranza guidata dal sindaco Ciro Borriello si consuma alla vigilia di un appuntamento cerchiato in rosso sull’agenda politica dell’ex deputato di Forza Italia: il primo faccia a faccia con il leader della Lega Nord, Matteo Salvini.
Mentre il chirurgo plastico tesseva le fila per provare a convincere gli alleati a indossare le camicie verdi in vista delle future elezioni politiche – un appello largamente caduto nel vuoto, alla luce delle defezioni registrate sia tra gli assessori della giunta sia tra gli esponenti della coalizione uscita vincitrice dal voto del 2014 – i due storici malpancisti del Comune, il “coccodrillo” Ciro Piccirillo e il golden boy Stefano Abilitato, sottoscrivevano un documento destinato a destabilizzare ulteriormente i fragili equilibri dello schieramento di centrodestra alla guida di Torre del Greco. «Proseguiremo il mandato elettorale estranei alle dinamiche della maggioranza», la stringata comunicazione del capogruppo della Svolta e dell’esponente di Forza Italia al primo cittadino e al presidente del consiglio comunale Pasquale Brancaccio.
Tradotto in soldoni: «D’ora in avanti, voteremo i provvedimenti e le delibere volta per volta». Una decisione arrivata a 48 ore dall’ennesima fumata nera per la scelta del settimo assessore con cui completare l’esecutivo cittadino. Una poltrona utilizzata da Ciro Borriello come “strumento di trattative” con i vari alleati a caccia di visibilità, ma ora diventata una sorta di boomerang per il primo cittadino: al termine dell’ultimo faccia a faccia – mercoledì mattina, davanti all’ex clinica Due Torri di Santa Maria La Bruna – Ciro Piccirillo e Stefano Abilitati erano rientrati a palazzo Baronale con la convinzione di avere chiuso finalmente il cerchio.
Una convinzione sfumata davanti all’ennesima frenata di Ciro Borriello, capace di convincere la coppia di malpancisti a prendere una decisione netta: «Non avendo un rappresentante in giunta – sottolinea Ciro Piccirillo – voteremo ogni volta secondo coscienza: i provvedimenti di interesse pubblico saranno accolti favorevolmente, ma le delibere di indirizzo squisitamente politiche saranno respinte al mittente perché non concordate e frutto di decisioni da cui siamo stati fino a oggi sistematicamente esclusi».
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