Tentò di mettere le mani anche su Città della Scienza e di farlo grazie all’aiuto di un politico influente a Bagnoli che si chiama Tonino. Guglielmo la Regina finito in carcere per corruzione e turbativa d’asta su ben 18 appalti pubblici in tutta la Campania, aveva ambizioni anche sull’area dell’ex Italsider. Insieme al padre Francesco, noto ex docente di architettura, finito agli arresti domiciliari, parlò della possibilità di partecipare al bando per Città della Scienza insieme allo Studio Valle. E’ il 12 novembre del 2014 al momento della discussione in ufficio c’era anche Sergio Stenti, altro professore universitario, finito anche lui agli arresti domiciliari. “Dovremmo parlare con Tonino” dice Guglielmo e si legge nell’ordinanza emessa dal gip, Federica Colucci, dove si specifica che “Tonino è un soggetto politicamente influente in zona”. Ma il padre Francesco lo frena sostenendo che tutto sarà gestito da un commissario mandato dall’allora premier Matteo Renzi e che poi sarà in effetti Salvatore Nastasi. “Mi manda papà” è la frase che spesso, secondo quanto rivela Loredana di Giovanni, sua collaboratrice, La Regina junior usa per accreditarsi negli ambienti di professionisti e dirigenti che poi finiranno coinvolti nell’inchiesta. Legami di parentela, ma non solo. “Abbiamo fatto tutto in famiglia” dice in un’intercettazione Guglielmo La Regina parlando dell’appalto truccato da 540mila euro nella scuola Medi di Cicciano. Nella commissione di gara ci saranno, scelti con un falso sorteggio, il padre Francesco e Salvatore Mazzocchi, suocero di Antonello Sommese, nipote e capostaff dell’ex assessore regionale Pasquale Sommese, per gli inquirenti uomo chiave nel sistema La Regina. “Operazione blindata” risponde Sommese junior. L’appalto sarà poi aggiudicato alla Thermoimpianti, ditta da loro designata.
CRONACA
17 marzo 2017
La Regina, le mani su Città della Scienza con il politico Tonino