Anche per la stagione 2016/2017 il Teatro Bellini di Napoli apre una finestra sulla grande danza contemporanea, proponendo una creazione di Spellbound Contemporary Ballet, la compagnia diretta da Mauro Astolfi e Valentina Marini. In scena dal 28 marzo al 2 aprile 2017.
Forte di una cifra stilistica inconfondibile, esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze dell’ultima generazione, la danza espressa da Spellbound è tra le più apprezzate al livello internazionale. Da oltre 20 anni, infatti, conquista il pubblico di tutto il mondo con un vocabolario ampio e in continua sperimentazione, che propone coreografie diversissime, ma accomunate da raffinatezza, ricerca e innovazione. Nei loro Carmina Burana le musiche di Carl Orff, Caracciolo e Vivaldi e la forza narrativa dei versi e della danza si fondono in un racconto di grande vitalità, che conserva tutta l’inquietudine e la solennità dei Carmina medievali e le esprime attraverso un linguaggio coreografico fortemente contemporaneo, tutto “larghi” e “sfrenatezze”. Plasticità e virtuosismi sono incorniciati da uno spazio scenico decisamente materico, che crea un perenne gioco di forze tra contrasto e armonia, passione e equilibrio.
Carmina Burana, tra le produzioni di maggior successo della Compagnia, è in repertorio dal 2006 e record di incassi per svariate stagioni italiane, ha superato ormai le 150 recite con presenze nei Festival di Austria, Spagna, Thailandia, Germania, Cipro, Panama, Lussembrugo, Svizzera, Germania, Canada, Giappone e Cina.Carmina Burana è lo spettacolo più rappresentato di Spellbound: andato in scena in Italia, Spagna, Svizzera, Cipro, Germania, Lussemburgo e Thailandia, la versione presentata al Teatro Bellini è una nuova stesura, realizzata nel 2014 per il Panama Prisma Festival de danza Contemporanea.
Il successo di questa produzione a giudicare dall’appeal che continua ad avere, a distanza di tempo e su diversi target di pubblico di ogni Paese – afferma Valentina Marini, general manager della Compagnia – sta sicuramente nel riuscito mix di diversi elementi che hanno reso lo spettacolo un evergreen, la musica coinvolgente e l’abbinata intelligente tra Orff e altre partiture interessanti e legate al tema, una scenografia utilizzata con ironia e spregiudicatezza e una danza potente almeno quanto il tappeto sonoro. Di certo è un prodotto riuscito e nel nuovo riallestimento ha mantenuto lo smalto della versione iniziale acquistando una freschezza in più grazie al riadattamento coreografico.”