Una generazione intera di terzini sinistri ha dovuto limitare i propri sogni perché coevi di Paolo Maldini.
Giovanni Francini ha giocato solo 8 volte in Nazionale, perché chiuso prima da Cabrini e poi dall’asso milanista: convocazioni tante, compresa quella per gli Europei dell’86, presenze poche.
Coll’under 21 era arrivato secondo agli Europei di categoria
Negli anni 70/80 il Torino cercava giovani talenti sui campetti di tutta Italia. Giovanni dalla Toscana va direttamente al Torino a soli 14 anni
Nelle giovanili granata, inizia come stopper/libero (come si diceva allora) e lo spostamento sulla fascia sinistra segna il suo destino.
Grazie al nuovo ruolo si mette in evidenza ma, alla lunga, finisce coll’inciampare nello scomodo confronto con Maldini. Esordio in serie A a 17 anni è Gigi Radice a credere in lui. Dopo una parentesi alla Reggiana, Francini torna a Torino e raccoglie le attenzioni di molti grandi Club.
Dinamico e diligente, Giovanni Francini, ha la grinta e la tecnica che ne fanno una pedina fondamentale del Napoli del secondo scudetto. A Napoli lo aveva voluto Ottavio Bianchi per raccogliere l’eredità del grande Giuseppe Bruscolotti. Sulla destra c’è Ferrara, la napoletanità di Ciro e qualche anno in più di età, lasciano Francini un po’ in ombra nella celebrazione di quelle vittorie. Coppa Uefa, Supercoppa Italiana e Scudetto tutte vittorie conquistate da titolare con una ineguagliabile continuità di presenze e di rendimento. Era costato quasi 6 miliardi e passa da Bianchi a Bigon senza mai perdere la titolarità del ruolo. Il Napoli ha uno schema di gioco che tende ad esaltare le ripartenze, perché ha un centrocampo che deve supportare un attacco composto da elementi poco avvezzi alla copertura e quindi è indispensabile la presenza di un uomo che sappia tenere la posizione. Col Napoli gioca 7 stagioni.
Da terzino ha segnato gol importanti: uno contro la Juve nel Derby e uno contro il Real Madrid col Napoli (poi eliminato) prima rete in assoluto dei partenopei nella Coppa Campioni.
Giovanni Francini ha vinto molto ma è ricordato poco.