Uno stadio all’inglese con un centro fieristico al di sotto del terreno di gioco e un ampio parcheggio. E’ un sogno, una delle “rivoluzioni” pensate per il futuro del campo Italia su cui da mesi stanno ragionando sia il Comune di Sorrento sia l’armatore Gianluigi Aponte, presidente della Fondazione Sorrento e patron della compagnia marittima Msc. Il progetto è ormai pronto, si è alle battute finali e se dovesse andare in porto i cantieri si apriranno attraverso la formula del project financing. Della fattibilità dell’intervento e degli iter da seguire se n’è parlato ieri mattina in municipio durante un incontro tra i vertici dell’amministrazione comunale e lo studio Zoppini.
Lo sprint sull’opera
Il sindaco Giuseppe Cuomo, esattamente un anno fa, tracciò le linee guida da seguire: «Mi aspetto di più dal comparto turistico per allungare la stagione – disse il primo cittadino in un’intervista a Metropolis -. Anche novembre deve essere un mese all’altezza della situazione per arrivi e presenze. Ciò porterebbe più lavoro per tutti. In tal senso è cruciale realizzare un centro fiere. Stavolta gli albergatori sono d’accordo e lo vogliono davvero». Adesso si devono tirare le somme e capire i margini di manovra. Insomma, è il momento decisivo.
Project financing
Non ci sono dubbi che lo stadio 2.0 sarà realizzato grazie alla disponibilità di Aponte che ha nuovamente aperto al progetto dopo anni in cui tutto sembrava essere rimasto in standby. Fumosa l’idea coltivata dalle amministrazioni ben otto anni fa quando si mirò addirittura a realizzare un nuovo maxi stadio a Piano di Sorrento, ora l’unica strada che resta è migliorare il campo Italia sotto l’egida della Soprintendenza che ha già dettato alcune prescrizioni di massima da rispettare. In tal senso ci sarà il project financing.
Il primo tentativo
Inizialmente una soluzione per avanzare e risolvere definitivamente la grana stadio spuntò già alcuni anni fa quando l’allora vicepresidente del Sorrento calcio Gaetano Mastellone si impegnò in prima persona per raccordare esigenze pubbliche e private. Era il novembre 2013. Confrontandosi con il direttore generale della Lega pro Francesco Ghirelli, portò il manager a conoscere a Ginevra proprio Aponte. Poi il contatto con Zoppini e l’intesa per avviare e presentare le proposte progettuali.
Parola alla politica
Ovviamente, in caso di rush decisivo, la parola dovrà passare alla politica. E non è un mistero che tanti big della maggioranza di Cuomo non abbiano mai visto di buon occhio l’ipotesi di spendere tempi e risorse per lo stadio. L’aria potrebbe cambiare qualora ci fosse un supporto decisivo da parte delle categorie produttive.