Non esclude l’idea di ricandidarsi alla guida del partito, rivendica come sua l’idea di una segreteria solo per Napoli. E soprattutto, all’indomani delle vittorie Pd nei Comuni strategici ,targate Mario Casillo, avverte: “Il Congresso non sia una conta, il merito alle amministrative è di tutti”. Insomma chi pensa nel partito che ha le ore contate si sbaglia: Venanzio Carpentieri, sfiduciato da sindaco di Melito dai suoi e arrivato quarto dopo aver provato a riprendersi il Comune, non sembra avere intenzione di restare confinato tra i banchi del Consiglio comunale.
Carpentieri, ha provato a tornare sindaco. Si ricandiderà anche come segretario del Pd?
“Non ho avuto molto tempo per pensarci, ma lo farò prossimamente. In politica, come abbiamo visto in diverse occasioni, nulla è da escludere”.
Non lo esclude neanche Casillo, come ha detto in un’intervista a Metropolis, forte anche dei risultati nei grandi Comuni della provincia
“Chiariamo: i risultati a Portici e a Pompei, come negli altri Comuni al voto, sono merito del partito. Non è che quando si perde in una tornata elettorale è colpa della segreteria provinciale e quando si vince è merito di Tizio o Caio sui territori. Non funziona così. A Pompei, per fare un esempio, c’è stato un grande lavoro ed un intervento anche nostro a livello provinciale: abbiamo ricomposto le frange e creato condizioni di unità e convergenza sulla candidatura di Amitrano”.
Non la penserà così Casillo che ora chiede il Congresso e le dice anche di aver sbagliato a scendere in campo a Melito visto che gli iscritti avevano scelto un altro candidato
“Per quanto riguarda il Congresso avevo delineato un percorso già a gennaio poi congelato per la concomitanza del congresso nazionale. Visti i tempi stretti non penso si debba tenere prima dell’estate perché non consentirebbe di mettere in campo alcuna iniziativa, come la festa dell’Unità che avevo proposto, né di farne una vera occasione di dibattito. A meno che non ci sia qualcuno che voglia farlo subito per ridurlo ad una mera conta”.
Finora è sempre stato così, intravede segnali di cambiamento?
“Io spero che stavolta il Congresso sia più che una conta, un rendiconto su cosa ha funzionato e cosa no, per recuperare uno spirito di comunità nel partito che si è perso a favore dei particolarismi. Mi sembrava si stesse intraprendendo la strada giusta, poi il dibattito si è spento ed ora sinceramente non intravedo elementi che vadano in questa direzione”.
E su Melito?
“La decisione degli iscritti avrebbe determinato l’assenza del simbolo Pd dalla competizione elettorale e dal Consiglio. Ed invece con spirito di sacrificio ho scelto di scendere in campo ad armi impari con l’handicap di avere una sola lista a sostegno rispetto agli altri candidati e siamo risultati la terza lista più votata, un risultato da tenere in considerazione. Più che il mio destino personale ho messo in sicurezza quello del partito”.
Al partito a Napoli invece sembra voglia pensarci De Luca, da solo
“Ho segnalato più volte la necessità che il partito e De Luca si integrino di più, finora non è stato così. Ma rispetto al passato almeno in queste elezioni la lista Campania Libera che fa riferimento a lui, fatta eccezione per qualche Comune, non è stata avversaria al Pd in quella che ho sempre reputato come un’incredibile anomalia”.
Infine che ne pensa di questa segreteria cittadina lanciata da Cozzolino e Valente solo per Napoli?
“Non posso che essere d’accordo anche perché non è un’idea loro, ma mia: l’ho proposta nella relazione del 16 gennaio”.