Il commissariamento delle casse comunali e dell’Anm, poi che il sindaco Luigi de Magistris resti o meno al suo posto, il Pd di fatto avrà in mano la città. Con il piano di riequilibrio non rispettato e bocciato dalla Corte dei Conti per due esercizi consecutivi, il commissario a Palazzo San Giacomo è alle porte. I magistrati contabili che in queste ore stanno passando al vaglio tutti i documenti finanziari in realtà finiranno con l’avallare pronunce già emesse. Ma al di là della Corte dei Conti, la sentenza è già scritta con i 120 milioni per il commissariamento rifiuti e a luglio la prima udienza sugli oltre 300 milioni per il fallimento di Bagnoli Futura. Sul primo punto il dicktat arrivato da Renzi al ministro Maria Elena Boschi è che il Governo riconosca e si faccia carico solo di 13 milioni di euro.
Eav creditore col Comune: la mossa politica di non rivendicare
Spunta poi che anche l’Eav sarebbe creditore per diversi milioni di euro con il Comune di Napoli, ma rivendicare ora la somma a favore dell’azienda guidata da Umberto De Gregorio, fedelissimo di Vincenzo De Luca, significherebbe agli occhi dell’opinione pubblica passare come il Pd che vuole affossare il Comune e la città.
Anm, l’ultimo tassello democrat
Meglio invece che de Magistris diventi senza andare all’attacco un sindaco senza più poteri, né margini di manovra. D’altronde il fallimento dell’Anm sarebbe l’ultimo tassello di un mosaico che vede commissariati già il teatro San Carlo, il porto di Napoli e Bagnoli – ovvero le due maggiori occasioni di sviluppo, lavoro e quindi anche di ‘fare politica’ e accreditarsi – e poi la metropolitana. Tutto gestito e nelle mani democrat.
Sindaco con le mani legate, deMa nega: “Il 2018 anno svolta”
Legate di fatto le mani del sindaco: è questo lo scenario anche se de Magistris ne descrive un altro con un ennesimo annuncio “Il 2018 sarà l’anno della svolta”. Le motivazioni sono trite e ritrite: “Entro dicembre ci sarà un cambiamento su due questioni fondamentali per superare il vaglio del controllo della Corte dei Conti. Ovvero la dismissione del patrimonio, proprio in questi giorni stiamo mettendo in campo azioni strategiche che porteranno molta cassa al Comune di Napoli, e la lotta all’evasione”. Entrambe già lanciate: la prima doveva portare 80 milioni di euro e nel 2016 è entrato nelle casse comunali appena un milione; la seconda prevedeva 255 milioni di entrate, ma sono soltanto 11 quelli incassati.
200 milioni di trasferimento ma sono già vincolati
Il sindaco parla di sei anni difficili e cerca di ostentare “tranquillità”, ma anche i 200 miloni di euro in arrivo da Roma in realtà sono trasferimenti che già dovevano arrivare e vincolati su alcune voci. Non daranno ossigeno alle casse su cui pesa un miliardo e 900 milioni di disavanzo.
Valente, interrogazione al ministero degli Interni
“Non lavoreremo allo sfascio – assicura Valeria Valente, deputato e consigliere del Pd che ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministero degli Interni per avere risposte sui conti del Comune di Napoli e sul rischio default – siamo pronti a fare la nostra parte, ma il sindaco deve cambiare atteggiamento e saper ascoltare. Per noi verrà sempre prima Napoli, mai un tornaconto né di parte, né del Pd”.