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Caos a Terzigno, la minoranza vuole sfiduciare De Simone
POLITICA
20 giugno 2017
Caos a Terzigno, la minoranza vuole sfiduciare De Simone
metropolisweb

Da ieri mattina ci sono due documenti nelle mani del presidente del consiglio comunale di Terzigno, Giuseppe De Simone, che scottano. Uno riguarda lui direttamente e porta la firma di cinque consiglieri di minoranza e motiva l’atto di sfiducia presentato nei confronti del capo dell’assise. Sono ancora arrabbiati per quanto accaduto il 30 maggio scorso, quando la seduta del consiglio comunale è stata aperta e chiusa nel giro di 2 minuti. Nell’altro documento, inviato per conoscenza anche all’attenzione del prefetto di Napoli Carmela Pagano, i consiglieri di opposizione chiedono la convocazione in adunanza straordinaria per discutere del bilancio consuntivo e per presentare la mozione di sfiducia proprio nei confronti del presidente dell’assise. Insomma, la minoranza vuole la testa di Giuseppe De Simone. Quanto prima possibile. Un documento-bomba protocollato ieri mattina in municipio dai 5 consiglieri di minoranza – Vincenzo Aquino del Pd, Maria Grazia Sabella e Stefano Pagano di Forza Italia e Pasquale Ciaravola e Concetta Ambrosio del gruppo consiliare “Terzigno verso il futuro” – supportato da un’argomentata relazione in cui vengono descritti i comportamenti di Giuseppe De Simone nell’esercizio delle sue funzioni in questi due anni di gestione. «Non ci sentiamo tutelati, non è mai stato imparziale», scrivono nella relazione i consiglieri di minoranza che hanno chiederanno all’adunanza di rimuovere dall’incarico l’attuale presidente dell’assise cittadina.
Ma nella relazione che da ieri mattina il presidente del consiglio comunale ha letto e riletto c’è dell’altro. Perché secondo la minoranza De Simone non rappresenta tutto il consiglio ma «soltanto la maggioranza. Nel corso delle sedute ha sempre avuto un atteggiamento diretto scientemente a limitare i diritti e le prerogative della minoranza, tentando di imporre limitazioni al diritto di espressione e di critica, interrompendo continuamente l’oratore di minoranza. Ha adottato, invece, una condotta completamente opposta nei riguardi di maggioranza, di assessori e del sindaco».
Le incursioni degli assessori finiscono al centro di un capitolo a parte del documento, «il consiglio comunale di Terzigno è diventato il consiglio degli assessori, in spregio alla legge». Ma secondo le accuse dei cinque consiglieri di opposizione De Simone non ha censurato i comportamenti dei consiglieri autori di «condotte illecite, offensive e diffamatorie. Tanto che spesso nei consigli comunali sono dovute intervenire le forze dell’ordine a causa di liti». Insomma una condotta che, come descritto nel dossier inviato ieri mattina allo stesso presidente del consiglio comunale, fa rabbrividire. E che sicuramente finirà al centro del dibattito nel corso della prossima seduta. «E’ consuetudine di questo presidente e di questo sindaco rispondere alle interrogazioni oltre i 30 giorni previsti». Tra i casi anche la questione del consiglio lampo, l’ultimo atto a De Simone. «Durato due minuti sulla questione del rendiconto, un comportamento poco consono al suo ruolo istituzionale. Ancor più grave è la responsabilità di aver guidato un consiglio avendo all’oggetto il consuntivo in cui la volontà di deliberazione e approvazione del documento appare inesistente o inficiata di nullità, esponendo il consiglio a rischio scioglimento». Un caso destinato a far discutere e che ha investito direttamente il prefetto di Napoli che ora dovrà esprimersi in merito all’eventuale ripristino della guida imparziale del consiglio comunale e il sereno e sicuro svolgimento dei compiti delle prerogative dei consiglieri comunali, come chiesto dalla minoranza.

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