“In Italia per scuotere la politica e far approvare una legge bisogna dimettersi. E’ triste, ma è così”. Ieri mattina Ciro Falanga, senatore campano di Ala-Scelta civica ha rassegnato le dimissioni nella mani del presidente del Senato, Piero Grasso. Dal 2013 Falanga si batte per una legge che cambi le regole sugli abbattimenti delle costruzioni abusive, risparmiando le ruspe nei casi di prima abitazione e “abusi per necessità”. Un fenomeno molto diffuso in Campania e una proposta che vede contrari in prima linea Verdi e Movimento Cinque Stelle. Il ddl è stato finalmente calendarizzato per giovedì quando se ne discuterà alla Camera. Troppo tardi per Salvatore Garofalo, operaio 64enne morto d’infarto mentre guardava le ruspe che abbattevano la sua casa ad Eboli, dove abitava con la moglie e tre nipoti. Aveva presentato richiesta di sospensiva il 20 maggio scorso sperando che il Ddl fosse approvato. Di qui la scelta delle dimissioni, per la verità già annunciate due mesi fa quando i tempi per la discussione continuavano a dilatarsi: ora l’Aula dovrà votare se accettarle o meno.
Senatore Falanga le sue dimissioni sono una resa o una provocazione?
“Assolutamente non si tratta di una resa. E’ una protesta per fare in modo che la Camera giovedì prossimo faccia diventare legge il mio ddl”.
Quindi in Italia per far approvare le leggi bisogna dimettersi?
“Purtroppo è così. Mi sono dimesso dal Senato per dare un segno forte e una scossa alla politica italiana e credo che ora non resterà insensibile. Già in queste ore tanti parlamentari si sono mostrati dalla mia parte, al mio fianco voglio ricordare la senatrice Pd, Rosaria Capacchione. Sono fiducioso, spero che entro il mese di luglio il ddl sia approvato e di aver fatto qualcosa per le tante persone che hanno una casa abusiva e non sanno dove altro andare”.
In quel caso ritirerà le dimissioni?
“Questo non è rilevante. Sono avvocato con due studi legali, non vivo di politica, la faccio per passione. Porto avanti questa battaglia perché ho toccato con mano il dolore di tante persone che dopo 30 anni hanno visto la loro casa dove hanno vissuto emozioni, ricordi, lutti e nascite buttata giù dalle ruspe”.
Come Salvatore Garofalo, morto d’infarto
“Sì, mi dispiace non essere presente ai funerali, ma andrò a trovare presto la sua famiglia. La lungaggine politica ha determinato la sua morte”.
Il M5S l’accusa di speculare su questa morte
“Mi fa schifo, schifo, schifo e lo ripeto tre volte chi può anche solo concepire un pensiero così malvagio. Le dimissioni le avevo già annunciate due mesi fa. Svergognati, la mia è una lotta antica. Una volta mi sono barricato nella camera di due ragazzi di una famiglia di Giugliano a cui volevano abbattere la casa. Mi mandano foto strazianti da Cava dei Tirreni e da tanti Comuni della Campania mentre le ruspe buttano giù le loro case. Se i problemi non si toccano con mano, sarà difficile comprenderli e dare risposte”.
L’accusano anche di voler legalizzare l’abusivismo
“Non difendo gli speculatori, né i camorristi che non muoiono di dolore se abbattono loro una casa, ma le persone come Salvatore, un operaio che ci aveva messo tutti i suoi risparmi. O come Raffaele Cardamuro con una figlia disabile a cui pure hanno demolito l’abitazione. La Campania è piena di casi di questo tipo da Giugliano a Salerno. Nella nostra regione abbiamo subito l’ingiustizia di non aver potuto usufruire del condono del 2004 e questo è un tema sentito e vivo, parliamo di diritto all’abitare”.
Cosa replica a chi è contrario?
“Probabilmente sono loro che preferiscono che restino in piedi gli ecomostri, non capisco affatto le loro ragioni, dicono ‘no’ a prescindere, se la vedranno con la loro coscienza. Il ddl è molto chiaro: le procure lavoreranno secondo una gerarchia delle demolizioni, che distingue chiaramente l’abusivismo di speculazione tra quello di necessità. Tra chi ha una seconda casa e chi non sa dove altro andare”.