Nell’Inter che domina e vince nei campionati giovanili italiani c’è anche un pezzo importante di Castellammare di Stabia. I fratelli Esposito, Salvatore, Sebastiano e Pio, giovanissimi hanno lasciato la città delle acque per inseguire il sogno di diventare calciatori professionisti. Un sogno che li ha portati prima nel settore giovanile del Brescia e poi in quello dell’Inter dove ora puntano ad affermarsi.
Salvatore, 16 anni e maggiore dei tre fratelli, ha festeggiato la vittoria dello scudetto e della Supercoppa con l’Under 17: «Quando ti trovi nei settori giovanili di squadre così importanti vincere è quasi un obbligo, sia per quello che la società fa sia per quello che ti mette a disposizione. Non ci meravigliamo, quindi, quando vinciamo, perché quando ci sono le gare che contano noi ci siamo. Ho cambiato diversi ruoli. Ho inziato come attaccante, per poi passare ad esterno d’attacco, ma era un ruolo che non mi piaceva. Quest’anno mister Zanchetta mi ha parlato del cambio di ruolo e mi ha spiegato che mi vedeva come centrocampista davanti alla difesa. Nella prima di ritorno, a Cagliari, è venuto in stanza e mi ha lanciato in campo come mediano senza nemmeno provarmi in allenamento. Fortunatamente è andata bene”.
Staccarsi da Castellammare, però, non è stato facile, dopo gli inizi nel Club Napoli, stesso club da cui è partito Gigio Donnarumma. «Sono partito che avevo 10 anni – continua Salvatore -Ambientarmi al nord non è stato facile, anche se devo ammettere che mi aspettavo di peggio. Devo molto al direttore del Brescia Clerici, al direttore dell’Inter Samaden e al mister Zanchetta. All’Inter credevo di dover fare fatica ma ho trovato un gruppo disponibile e mi sono trovato subito a mio agio. Gigio?Siamo cresciuti nella stessa scuola calcio e quando possiamo a Milano ci incontriamo. E’ sempre stato tifoso del Milan». «Io sono partito che ne avevo 7 – spiega Sebastiano, 15 anni e vicecampionae d’Italia con l’Under 15 -Staccarsi è stato davvero difficile, qui era molto più caloroso ma ho trovato un buon ambiente».
Sebastiano non ha potuto festeggiare lo scudetto ma a livello personale può vantarsi del titolo di capocannoniere, vinto con ben 27 reti: «E’ stato brutto perdere alla fine dopo i sacrifici fatti ma non abbiamo rimpianti. Ho sempre giocato come attaccante e vincere il titolo di capocannoniere non è da tutti, ma devo restare con i piedi per terra».
Salvatore e Sebastiano devono conciliare il calcio con lo studio. E non è semplice. «Devo iniziare il quarto anno di Ragioneria – continua Salvatore – L’Inter ci tiene tanto alla nostra istruzione e cerchiamo di fare del nostro meglio». Più complicato il discorso per Sebastiano, che deve fare la spola da Brescia a Milano: «La mattina vado a scuola, ora devo iniziare il secondo anno di liceo, poi ho 40 minuti per mangiare e fare le mie cose. Il pomeriggio vado a Milano e torno a casa solo alle 20». Il sogno, ovviamente, è quello di arrivare nel calcio che conta: «Spero di arrivare il più alto possibile – spiega Salvatore – ma non bisogna bruciare tappe, prima giocherò in Primavera sotto età e poi si vedrà. Il mio idolo è sempre stato Totti ma da quando ho cambiato ruolo il mio punto di riferimento è De Rossi». Dalle punizioni calciate in casa con il divano come barriera alla Pinetina, il sogno di Salvatore e Sebastiano Esposito continua e alle loro spalle sembra esserci un Esposito ancor più forte. Ovvero il piccolo Pio, 12 anni, già nei Giovanissimi dell’Inter, che tutti considerano addirittura più forte dei fratelli maggiori. «Ha preso il meglio di ognuno di noi – spiega con orgoglio Salvatore – Anche se ha un carattere un po’ fumantino, deve essere gestito». Un’esperienza importante a Milano, con la maglia dell’Inter, ma quando possono tornano a casa, a Castellammare, per salutare Michele, titolare del bar Dolci Momenti che li coccola con i suoi cappuccini, lo zio Franco al quale sono molto legati, così come Ciro Amore della scuola calcio Club Napoli. E stavolta hanno voluto mostrare le bellezze della città anche al capitano dell’Under 17 dell’Inter Davide Bettella «gioco da qualche anno con Salvatore, sarebbe bello un giorno esordire insieme a San Siro- dice il difensore centrale, originario di Padova -Sono una famiglia straordinaria e mi trattano come fossi loro figlio».