Sono passati già dieci anni. Dieci anni di processi, udienze, dieci anni di dolore. Dieci anni senza due donne perbene che mancano tremendamente ai familiari e agli amici, a chi le conosceva, due donne uccise dall’imprudenza e dalla mancanza di sicurezza di lavori cominciati sotto gli occhi del Comune e finiti con il sequestro del cantiere e il sangue impregnato sulla gru assassina. Dieci anni di ferite ancora aperte. In effetti in sede penale una sentenza definitiva è arrivata, ha riconosciuto pienamente la colpevolezza degli operai della ditta Donnarumma che stava montando le luminarie sulla facciata della basilica di Sant’Antonino e dell’ex sindaco Marco Fiorentino, all’epoca in carica. Ma quel giudizio ha statuito una volta per tutte anche la piena responsabilità del Comune di Sorrento. Che adesso, dopo aver già liquidato una provvisionale di 650mila euro, potrebbe essere nuovamente chiamato ad allargare i cordoni della borsa e pagare risarcimenti.
I familiari delle due vittime della tragedia del primo maggio 2007 hanno preparato ulteriori richieste di danni. La più recente, che ha obbligato l’amministrazione municipale guidata dal sindaco Giuseppe Cuomo a doversi costituire in giudizio dinanzi al Tribunale di Napoli, porta la firma di Quinzio Morelli che quella maledetta mattina del 2007 perse la madre Claudia Fattorusso e la cognata Teresa Reale. Un’altra causa dietro l’angolo è quella legata a un’iniziale domanda di mediazione presentata per conto di altri parenti delle vittime.