Torre del Greco. Al momento, non sono arrivate comunicazioni ufficiali alla segreteria generale del Comune. Ma, alla vigilia della prima convocazione dell’assise cittadina, già emergono tutti i dettagli relativi alla multa per divieto di sosta incassata da Ciro Borriello nonché i motivi del ricorso presentato dal primo cittadino per contestare il verbale elevato dagli agenti di polizia municipale. Il classico trucchetto per avviare la procedure della decadenza – già utilizzato in passato da diversi sindaci della provincia di Napoli – primo passo obbligato in vista di un’eventuale candidatura in parlamento: primo passo di uno step in tre mosse destinato a infiammare il mese di agosto a palazzo Baronale.
La sosta selvaggia
La strategia ventilata in primavera dallo stesso sindaco Ciro Borriello, in realtà, era stata avviata già lo scorso 16 marzo. Sono le 10 del mattino, il chirurgo plastico con la passione per la politica ha lasciato la clinica Santa Maria la Bruna e – a bordo della sua Audi – raggiunge il suo feudo a Sant’Antonio: una tappa volante per un caffè al bar, l’auto lasciata a pochi metri dall’intersezione con via Nazionale. All’interno del locale Ciro Borriello resta solo qualche minuto, lo stretto necessario per la colazione. Ma, intanto, una pattuglia di agenti di polizia municipale transita davanti alla chiesa del quartiere e – alla vista della berlina parcheggiata in zona vietata – inchioda l’auto di servizio: una fermata-lampo per sanzionare, in assenza del conducente, il trasgressore con una sfogliatella da 85 euro.
Il grossolano errore
Ma la fretta di elevare la multa e proseguire il proprio servizio di controllo del territorio deve avere giocato un brutto tiro ai due zelanti caschi bianchi del comando di largo Costantinopoli. Nel verbale, infatti, manca il numero civico della via in cui sarebbe stata rilevata l’infrazione: un grossolano errore, capace di diventare l’assist “ideale” per il sindaco a caccia di un valido motivo per aprire un contenzioso con l’ente di palazzo Baronale. L’ex deputato di Forza Italia con il sogno di tornare nuovamente a Roma con i galloni da parlamentare approfitta della ghiotta occasione e – alla scadenza dei termini previsti dalla legge – impugna il verbale. Aprendo così la strada all’incompatibilità con il ruolo di sindaco.
Nessuna nota ufficiale
Fino a oggi, tuttavia, nessuna comunicazione ufficiale è stata indirizzata alla segreteria generale del Comune. Un dettaglio, secondo i beninformati di palazzo Baronale. Perché la questione multa e ricorso potrebbe spuntare fuori direttamente al momento dell’apertura del consiglio comunale – convocato stasera in prima convocazione, ma destinato a essere celebrato domani in seconda convocazione – e diventare così ufficiale. Successivamente, il sindaco avrà dieci giorni di tempo per pagare la sanzione e ritirare il ricorso oppure – entro fine agosto – dovrà essere dichiarata la sua decadenza, la prima (ma non unica) strada per arrivare a una candidatura alle prossime politiche.
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