La paura di vivere con la testa rivolta in su, di attendere la discesa rapida del fango che trascina tutto e tutti. La disperazione tangibile delle famiglie che vanno avanti unicamente con i prodotti coltivati nei fondi agricoli. Sono contadini che hanno investito e lavorato su quella parte di montagna chiamata monte Pendolo. La stessa che adesso non gli consente di raccogliere le coltivazioni perché i primi smottamenti hanno già fatto scattare la conta dei danni. «Non è rimasto più niente, la terra coltivata è andata giù insieme ai detriti e al fango. Tanto fango che, miracolosamente, ha cambiato direzione prima di investire in pieno la nostra casa. Abbiamo perso la maggior parte del raccolto, siamo disperati».
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