Il grande Liedholm lo fece esordire, a 23 anni, in prima squadra nella prima giornata di campionato del 71- 72, contro il Napoli, debutto con gol, l’unico stagionale in 29 presenze.
Andrea Orlandini è un fiorentino verace, nato nel quartiere di San Frediano, vero cuore della città.
Dalle giovanili viola, prima di approdare alla prima squadra, viene mandato a farsi le ossa in B e in C. In Viola resta fino al 73 mettendosi in luce. Perde le finali di Coppa Mitropa e Coppa Anglo-Italiana.
Nel 1973-1974 viene acquistato dal Napoli e ritrova Salvatore Esposito già compagno di reparto nella Fiorentina. Quattro stagioni di buonissime prestazioni. Nel 74- 75 i campani sfiorano il titolo Nel 1975-1976 vittoria della Coppa Italia. E’ il Napoli di Luis Vinicio, una squadra innovativa e con valori tecnici di buon livello. Andrea ha fiato e fisico. Arriva la chiamata della Nazionale da giocatore del Napoli.
E’ la Nazionale di Fulvio Bernardini che illude i tifosi con la fantasiosa teoria dei “piedi buoni”. L’Italia calcistica è sempre affascinata dai “Grandi Teorici”. Bernardini decide di far marcare il Johann Cruijff, funambolo olandese, da un centrocampista. La partita è valida per le qualificazioni al Campionato Europeo di calcio 1976. L’Italia perde 3 a 1 e ad Orlandini spetta marcare Cruyff. Non certo il più facile dei compiti per un esordiente in una squadra sperimentale. Questa esperienza negativa, forse, limita le sue poche apparizioni in azzurro.
Andrea è un centrocampista con uno spiccato senso della posizione. Pur non avendo un gran fisico, si fa rispettare anche con avversari “tosti”. E’ alto e snello e il soprannome, fin da subito, è “Birillo”. Nel grande Napoli di Vinicio è la diga sulla mediana ma interpreta il ruolo con grande dinamicità. Gioca in un centrocampo con Esposito e Juliano, un centrocampo di spessore con quattro gol.
Nel 1977-78 ritorna alla Fiorentina. Conclude la carriera agonistica nel 1981-82, proprio nell’annata in cui i Viola sfiorano lo scudetto. Orlandini ha, ormai, solo un ruolo marginale.
265 presenze e 8 reti in Serie A e 15 presenze in Serie B.
Finita la carriera diventa responsabile degli osservatori della Juventus di Marcello Lippi. La cosa non fu gradita dai tifosi toscani.