Rischia di saltare la festa dell’Unità a Napoli, lanciata dal partito locale. Dopo lo scioglimento della direzione provinciale del Pd a causa della guerra scoppiata nell’area renziana in vista del Congresso, la manifestazione già rinviata per la concomitanza con la festa di Mdp, gli scissionisti Pd, ora potrebbe non tenersi affatto. A confermarlo Valerio Di Pietro, nel gruppo di lavoro con Tommaso Ederoclite ed altri giovani democrat per l’organizzazione della Festa dell’Unità. “Dopo quanto accaduto in direzione provinciale – spiega – c’è poco da festeggiare, visto che anche lo stesso Congresso sembra a rischio”. Così ora è tutto fermo. La festa era stata proposta come momento di confronto per tornare a parlare ai territori, così che il Congresso non fosse soltanto un momento di politica interna, ma anche un Congresso fatto di programmi e rilancio del partito tra la gente. Altroché.
Il paradosso
E mentre il partito locale non riesce a promuovere la sua Festa il paradosso è che sarà quasi sicuramente Napoli la città in cui si terrà la conferenza programmatica Pd, in programma dal 6 all’8 ottobre. Voci sempre più insistenti. “E’ molto probabile” conferma Dario Parrini della Direzione nazionale Pd. Voci circolate anche durante la Festa dell’Unità a Baronissi, dove il presidente Matteo Orfini giovedì ha ‘benedetto’ la candidatura di Piero De Luca, figlio del Governatore, alla Camera ed elogiato anche il lavoro del Governatore. “Sta lavorando molto bene – ha detto – e deve avere il sostegno di tutto il Pd, sia nazionale che regionale. Vuole rilanciare una regione non facile, dove si è accumulato, negli anni scorsi, un notevole gap. E De Luca sta operando con coraggio e con il suo solito piglio”. Napoli, quindi come città fondamentale per il Pd nazionale, ma dove la classe dirigente locale invece fa acqua da tutte le parti.
I Gd a Somma Vesuviana
Unica nota positiva: si terrà la festa dei Giovani democratici che hanno scelto come tappa Somma Vesuviana per dare un segnale di cambiamento e presenza dopo i fatti accaduti. Tre giorni di incontri, gazebo e confronti, dal 29 al primo ottobre: si apre con il magistrato Raffaele Cantone e si chiude con il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.